Otranto, porta d’Oriente d’Italia, vanta spiagge assolate e tanta cultura. Meta pugliese ideale per coniugare mare, arte e turismo, la città vanta ricchezze paesaggistiche ed archeologiche. Possiede infatti il più antico mosaico occidentale interamente leggibile. Al suo interno sono rappresentati tutti i simboli medioevali, letti attraverso gli occhi di un monaco basiliano, di origine greca. Esso cela rimandi alla tradizione dell’Antico Testamento e all’epoca dei Templari. Molte altre restano le attrattive poco conosciute di un territorio che è fucina di attività e festival che colorano le belle stagioni salentine, invitando i visitatori a scoprirne le bellezze.
Poco conclamata è l’esistenza dell’ipogeo di Torre Pinta, situato sotto l’omonima torre nella Valle delle Memorie, scoperto nel 1976. Probabilmente di epoca Neolitica, esso fu sfruttato in diverse epoche per svariate funzioni. Presenta una pianta a croce latina, forse perché trasformato in luogo di culto dai Basiliani. Ha volta a botte e piccole cellette destinate ad accogliere le urne cinerarie dei defunti. Al suo interno è visibile anche una colombaia e un piccolo ambiente circolare ospitante un camino. Bellezza naturale risulta invece la Grotta dei Cervi, cavità scoperta nel 1970, nella Baia di Porto Badisco. Conserva graffiti alle pareti, rappresentanti uomini, figure rituali, animali e scene di caccia e realizzati con un impasto di ocra e guano di pipistrello.
Tra le aree naturali spicca il ]laghetto di Bauxite, cava di estrazione della bauxite, situata nei pressi della Baia delle Orte. La zona circostante è arricchita di piante acquatiche e paludose, che offrono una vista amena. Camminando tra l’asfalto delle strade e fra i moderni palazzi del posto, è possibile inoltre scorgere diversi esempi di architettura megalitica, come i “dolmen” e i “menhir”. I menhir di Terra d’Otranto, presenti soprattutto sul versante adriatico, misurano mediamente 4 metri e sono finemente lavorati, sorti in un periodo compreso tra l’Eneolitico e l’inizio dell’età del Bronzo.
Dominano in città i bastioni del Castello Aragonese, detto anche Forte a mare o Punta di diamante. Esso rappresenta l’emblema architettonico della città ed ospita al suo interno mostre pittoriche, sfruttando l’ampiezza delle sue mura e del fossato, che portano tracce perfino dell’antica dominazione turca. Non è un caso che Otranto sia diventata “testimone di una cultura di pace”, per l’Unesco. La città ha infatti costruito nel tempo un dialogo tra culture lontane tra loro, come testimonia il suo borgo antico.
Ne è espressione anche la Cattedrale, conosciuta come luogo di riposo dei Martiri Idruntini. L’imponente facciata di stile romanico-pugliese, si confonde con un rosone centrale di epoca rinascimentale. Al suo interno vengono conservate le reliquie dei Martiri d’Otranto, barbaramente decapitati dai Turchi sul colle della Minerva il 14 agosto 1480.