L’ironia del web, l’ironia che viaggia sul web: quella che sbeffeggia le più elementari regole che tacitamente hanno per lungo tempo imbrigliato le dinamiche della satira. Almeno fino a quando non è sopraggiunto questo consolidato e puntualmente vincente connubio.
Il web, difatti, ogni giorno, a suon di migliaia di visualizzazioni macinate nel giro di pochi minuti, si rivela pronto a confermare che occorre davvero poco per generare autentici fenomeni virali.
Lo comprovano le più famigerate opere d’arte tutte le volte che – a spesa della centenaria credibilità conseguita – vengono sfacciatamente rimodellate per conseguire le più confacenti spoglie da “star del web”.
È il caso della rinomata Statua della libertà tramutata nella parodia di Marylin Monroe, piuttosto che nella versione “guardaspiaggia di Baywatch” e quindi costretta ad esibire le sue fulgide grazie coperta soltanto da un succinto costume da bagno.
Ne sa qualcosa anche il “David” di Michelangelo, ritornato in Italia in “leggero” sovrappeso, dopo una vacanza di tre anni in America ed anche in “Mickeylangelo”, nella sua versione tributo/omaggio alla star del mondo animato Topolino.
Non dimentichiamoci del Cristo Redentore di Rio de Janeiro che, all’indomani della sonora sconfitta rimediata dalla sua nazionale contro la Germania, durante lo scorso campionato mondiale di calcio, non ha potuto fare altro che portarsi le mani al volto per nascondere e al contempo personificare, la costernata mortificazione dell’intero Paese.
E poi ci sono “i selfie di lusso”: dall’urlo di Munch, alla Gioconda con tanto di rigorosa “bocca a cuoricino”, divenuta un’autentica “icona trash” da quando la pagina facebook “Il Vrenzolario – The Original” l’ha utilizzata come immagine del profilo ed ormai scalzata dalla “versione animalier” di “Amore e Psiche”.
Tra “i baci ritoccati” dall’ironia del web, sbuca anche il celeberrimo dipinto di Hayez che, al pari delle coppie dei nostri giorni, si vede costretto a dividere la scena con l’immancabile venditore ambulante di rose.