Napoli, città del sole, del mare, che brulica di turisti, provenienti da ogni parte del Mondo, per toccare con mano le bellezze della metropoli che si estende ai piedi del magnifico, quanto terribile Vesuvio, nasconde dietro il proprio fascino, un volto più inquietante, una realtà tutt’altro che serena, fatta di estorsioni e violenze.
Ancora una volta, lungo i vicoli e i quartieri spagnoli si consumano scene di sangue, spari e violenza.
Nel corso di un apparente sereno pomeriggio di maggio, intorno alle 15.00, presso vico Lungo San Matteo, un agguato ha provocato la morte del pregiudicato Mario Mazzanti di 29 anni, mentre il suo compagno, Giovanni De Crezio, di 30 anni, anch’egli pregiudicato, è rimasto ferito. Entrambi sono stati trasportati all’ospedale Vecchio Pellegrini, ma per Mazzanti non c’è stato nulla da fare.
Impegnata nelle indagini sul posto la scientifica che tenta di fare luce sul caso.
Mario Mazzanti era famoso per la sua appartenenza all’omonima famiglia, un tempo alleata al clan Terracciano. Conosciuto dalle Forze dell’Ordine, Mazzanti era stato condotto in arresto il 24 maggio 2011, con l’accusa di estorsione. Aveva infatti tentato di imporre il pagamento di una tangente estorsiva (il cosiddetto ”pizzo”) sull’affissione dei manifesti elettorali , a Roberto Barbierino, neoeletto alla Seconda Municipalità Avvocata, Montecalvario, San Giuseppe e Porto.