Buon primo maggio ai padri di famiglia che osteggiano il precariato per provare a sfamare i propri figli, assicurargli un’istruzione e una vita dignitosa.
Buon primo maggio a quelli che si lasciano ingurgitare stipendio e risparmi dai videopoker o dai gratta e vinci o da un tavolo di velluto verde, perché la disperazione li porta ad attaccarsi a qualsiasi speranza, seppur razionalmente insana ed utopistica.
Buon primo maggio a coloro ai quali lo stipendio e i risparmi non bastano mai ed imparano andare avanti a furia di salti mortali, tra le bollette, la rata del mutuo da pagare e gli ordinari rincari che le “consuete” vicissitudini impongono nella quotidianità, giusto per innalzare “il livello di difficoltà”.
Buon primo maggio ai neolaureati per i quali è sempre il primo maggio.
Buon primo maggio a quelli che, da un giorno all’altro, vengono messi alla porta e costretti ad impacchettare le loro cose con un telegrafico e cinico: “Non abbiamo più bisogno di te!”
Buon primo maggio a chi il lavoro è costretto ad inventarselo per trovare una boa alla quale aggrapparsi per non lasciarsi sopraffare dalla catastrofe economica, ideologica, sociale e morale, volgarmente etichettata con il nome “crisi”.
Buon primo maggio ai commercianti, agli artigiani, ai piccoli imprenditori e pure ai “grandi” che, di giorno in giorno, diventano sempre “più piccoli”, per i quali questo giorno rappresenta solo l’inizio di un nuovo mese con il quale battagliare, animati dalla speranza di arrivare a vederne la fine ancora in piedi.
Buon primo maggio ai figli e alle figlie del coraggio e della dignità che, a dispetto di lauree, referenze e competenze di rilievo, hanno scelto di “adattarsi” con umiltà, pur di lavorare, piuttosto che cullarsi nell’ alibi del “non c’è lavoro”.
Buon primo maggio agli imprenditori impiccati dai debiti.
Buon primo maggio a coloro che esasperati dalla “vergogna” e dalla frustrazione di essere senza lavoro, hanno aperto la finestra della loro stanza e si sono lasciati abbracciare dalla morte.
Buon primo maggio ai figli del precariato, dei contratti a progetto, a prestazione ed accompagnati da qualsivoglia e sempre più bizzarro aggettivo, puntuale e fedele sinonimo di “labile” e “temporaneo”, puntuale e dispettoso contrario di “serenità”.
Buon primo maggio ai figli, fratelli, amici, volati via dall’abilità di questa terra per affondare le radici in un futuro più fecondo, solido e produttivo.
Buon primo maggio a tutti coloro che, oggi, NON hanno nulla, proprio nulla da festeggiare.