Adescare minori online non è mai stato così facile. A confermarlo, i casi di cronaca e i dati sul comportamento – disinvolto – dei minori nei social network.
L’adescamento online, detto anche grooming, è in aumento. Complice la disattenzione verso la privacy sui social network. Quasi 1 teenager su 3 dà il numero di cellulare a persone conosciute online. Secondo un’indagine di Ecpat (End Child Prostitution, Pornography and Trafficking) condotta quest’anno, su 131 studenti di 13 anni, il 90% ha aperto un profilo Facebook prima del limite minimo di 13 anni imposto dal social network. L’80% pubblica una foto al giorno e se compaiono conoscenti non se ne chiede l’autorizzazione. Il 60% ha ricevuto richieste o commenti a sfondo sessuale. Il 90%, in caso di pericolo online, non crede opportuno parlarne coi genitori: ne teme la reazione.
Lo dice anche la cronaca, come nel caso specifico accaduto nel salernitano, dove un rapporto inizialmente virtuale è sfociato in: sequestro di persona. E’ con questa accusa che i carabinieri di Sala Consilina, in provincia di Salerno, hanno arrestato un giovane di 20 anni di Buonabitacolo accusato di sequestro di persona nei confronti di una ragazzina di 12 anni adescata sul web.
Secondo quanto riferiscono i militari dell’arma, ha contattato la minorenne tramite Facebook e poi si è recato davanti alla scuola media frequentata dalla dodicenne, che si trova in un piccolo centro del Potentino. I due, poi, si sono allontanati a bordo di un’auto.
Dopo circa due ore, sono stati rintracciati, in luogo appartato, dai carabinieri della Compagnia di Sala Consilina nelle vicinanze del campo sportivo di Buonabitacolo. La dodicenne è stata sottoposta ad accertamenti dai quali è emerso che non ha subìto violenze. Per il ventenne potrebbe anche essere formulata l’ipotesi di reato di adescamento di minore.
Come sostengono anche i maggiori esperti in materia: i nuovi media non sono solo un nuovo strumento di comunicazione, ma un vero e proprio ambiente all’interno del quale stanno mutando le modalità di socializzazione, informazione e sviluppo dei bambini e dei ragazzi. Sottovalutare questo aspetto può comportare una totale cesura tra generazioni.
Facenti ormai parte della quotidianità, purtroppo, le notizie di ragazzi e ragazzini che incappano nel cyber bullismo o nelle proposte indecenti pedopornografiche che arrivano dal web e dai social network, insieme alle molestie e fenomeni di stalking online, tanto che il Garante Privacy ha scritto al Ministro dell’Istruzione esprimendo la “necessità inderogabile di affrontare il tema dell’uso responsabile dei social network”, che va di pari passo con quello della Rete.
I minori sono molto presenti online: in media fra le 3 e 4 ore giornaliere, ma più di un terzo – soprattutto ragazzi – lo fa per oltre 5 ore e spesso senza limiti di tempo da parte dei genitori. La percentuale di padri e delle madri che pongono dei limiti ai propri figli sul tempo di navigazione ammonta a meno del 20%, mentre 8 genitori su 10 si fidano di loro e non stabiliscono alcuna restrizione. Preoccupa su questo fronte anche il 17% di genitori che non dà nessun consiglio ai figli su cosa non fare nel web.
Risulta inevitabile constatare come in pochi anni Internet è entrato prepotentemente nella vita dei nostri figli, sotto tutti i punti di vista, dallo studio alla socializzazione con i coetanei. Molto spesso, però, la rete cela delle insidie, dei pericoli reali, che possono danneggiare in maniera grave l’integrità e l’incolumità dei minori, spesso inconsapevoli dei rischi che si nascondono dentro il web. E’ dunque compito dei genitori in primis, e delle Istituzioni, cercare di arginare il fenomeno, mettendo al corrente tutti gli adolescenti dei reali rischi celati dallo schermo di un computer.