Un incendio è divampato a bordo della motonave Sorrento, di proprietà della Compagnia Grimaldi, ceduta in noleggio circa tre mesi fa alla compagnia spagnola Transmediterranea.
Il traghetto era a circa 20 miglia dalle coste di Palma de Mallorca quando le fiamme, divampate al Ponte 4, si sono rapidamente diffuse in tutta la nave. Non riuscendo a domarle coi mezzi disponibili a bordo, è stato necessario evacuare l’imbarcazione.
Dal Centro è stata mobilitata la nave salvataggio Marta Mata, la nave Sar Mesana, le motovedette Guardamar Caliope e Salvamar Acruz, con l’elicottero Helimar 213, due imbarcazioni e un elicottero della Guardia Civile. La Capitaneria ha localizzato e dato istruzioni ai traghetti passeggeri Puglia, che si trovava ad Ibiza, e Visemar, perché accorressero a dare assistenza.
A bordo del Sorrento, al momento dell’incendio, c’era l’equipaggio composto da 46 persone (14 italiani) e 160 passeggeri – tutti tratti in salvo anche se si contano tre feriti (membri dell’equipaggio) per intossicazione da fumi – oltre al carico di auto e camion.
L’incendio a bordo del traghetto Sorrento ha ricordato quello, con un bilancio tragico, del Norman Atlantic, avvenuto il 28 dicembre dello scorso anno, nel Canale d’Otranto, a causa del quale persero la vita 11 persone e vi furono 18 dispersi.
L’epilogo scritto tra le pagine del destino dei passeggeri del Sorrento, tuttavia è stato senz’altro più fortunato.
Mentre la famiglia Balzano ancora attende di riabbracciare il corpo – vivo o morto – dell’amato Carmine. Questa, però, è un’altra storia. Già, un’altra storia che vale sempre la pena di riportare alla luce.