La sua storia aveva conquistato il mondo. Una storia bella, a lieto fine, quasi una favola. E, in realtà, di una favola si è trattato, nel senso che tutto quello che Belle Gibson ha raccontato era totalmente falso e inventato.
Due anni di bugie ai tantissimi follower sui social network, un libro e una app salutista all’attivo e infine il crollo: Belle Gibson,23 anni, una seguitissima blogger australiana che sosteneva di aver curato un cancro al cervello esclusivamente con terapie alternative e con un corretto stile di vita e un’alimentazione a base di cereali e verdure e dalla quale erano banditi caffè, glutine e latticini, ha gettato la maschera, dichiarando che era tutto falso e che non ha mai avuto il cancro.
“Non voglio il perdono – ha dichiarato al ‘The Indipendent’ – penso solo che parlarne fosse la cosa più responsabile da fare. Soprattutto mi piacerebbe che la gente dicesse, ‘Okay , lei è umana’”. Peccato che prima si sia arricchita sulle disgrazie altrui, pubblicando anche un libro e lanciando un’app salutista che insegnavano la fantomatica cura vegana contro il cancro.
Belle Gibson era diventata molto popolare nel maggio 2013, quando dichiarò sui social network di aver combattuto per quattro anni contro il cancro al cervello con l’aiuto esclusivo di terapie alternative, un corretto stile di vita e una’alimentazione selettiva, a base di cereali e verdure, e la sua app, denominata The Whole Pantry, come il suo libro, e’ stata subito un successo.
Ora, dopo mesi di approfondimenti da parte dei giornalisti e un messaggio strappalacrime in cui nello scorso luglio annunciava la sua imminente morte, la confessione. Le pagine personali sono state quasi tutte cancellate, la app non è più in vendita e l’editore ha ritirato il libro dal mercato.
La Blogger è stata messa sotto inchiesta e le sue pagine Twitter e Facebook sospese.
Una vicenda che fa riflettere su come oramai, grazie al web e alle notizie che i social diffondono, una semplice notizia di cui non è possibile attestare la veridicità, possa diventare virale a tal punto da far credere a migliaia, se non milioni, di persone che quello che leggono corrisponda ad un fatto reale.
Se non fosse intervenuto una sorta di rimorso da parte della ragazza circa tutta la vicenda, si sarebbe potuto innescare un meccanismo di distorsione dell’informazione molto pericoloso, e magari avremmo creduto davvero che i vegetali potessero sconfiggere il cancro al cervello. Cosa che con reali studi scientifici ci auguriamo tutti.