A Parigi capita che la Polizia indaghi sull’omicidio di una giovane istruttrice di fitness e si ritrovi a fare i conti con un terrorista.
Il 23enne algerino Sid Ahmed Ghlam, ricercato in quanto sospettato dell’assassinio di una ragazza, è stato trovato infatti in possesso di un arsenale di armi (pistole, kalashnikov, munizioni ed un giubbotto antiproiettile) e documenti che attestano il progetto di compiere un attentato presumibilmente ai danni di due chiese cattoliche di Parigi.
I Servizi Segreti francesi tenevano sotto controllo le conversazioni telefoniche e la connessione internet del ragazzo da tempo in quanto, dopo essere arrivato nella capitale francese nel 2009, aveva manifestato la volontà di unirsi alla jihad in Siria.
Questo episodio verificatosi a Parigi pone l’accento su due problemi principali: i cosiddetti foreign fighters e il pericolo di imminenti attentati terroristici in Europa
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In seguito al problema dell’ondata di sbarchi clandestini in Italia, aleggiava il sospetto di infiltrazioni terroristiche tra queste migliaia di disperati che arrivavano sulle nostre coste.
In realtà la reale problematica è semmai rappresentata da chi si arricchisce alle spalle di questo traffico di esseri umani e del giro di soldi che sicuramente rifornisce di armi e di mezzi i terroristi islamici.
In conclusione, i foreign fighters non si nascondono certo tra gli immigrati, al contrario: sono apparentemente normali cittadini e la maggior parte di essi non sono degli sprovveduti invasati da ideologie estremiste.
Afferma Manuel Valls, Primo Ministro francese : “Molti di loro sono ingegneri, matematici, chimici, sono professionisti che usano le migliori tecniche di crittografia e di occultamento. Ogni volta che si mette mano su un gruppo di sospetti, vediamo che utilizzano sette o otto carte sim in continuo mutamento. E i più “saggi” non si avvicinano mai ad un telefono e preferiscono usare dei messaggeri”.
Per quanto riguarda i presunti attacchi terroristici in Europa, inutile negarlo, il rischio è presente e le forze dell’Intelligence sono impegnate ogni giorno a cercare di scoprire il dove e il come per prevenirlo.
Guardando in casa nostra, c’è molta apprensione per l’inaugurazione dell’Expo di Milano a breve, nonchè per l’ostensione della Sindone a Torino e ancora per il Giubileo Straordinario a Roma.
Al contrario di ciò che ci si potrebbe aspettare però, in questi casi le minacce non arriverebbero dall’esterno ma da antagonisti italiani. Gianluca Ansalone, esperto di intelligence e strategie internazionali, afferma: “Ad oggi non ci sono tracce nei siti islamici di propaganda di pianificazioni di attentati per colpire l’Expo di Milano, mentre invece vi sono evidenze di pericoli che nascono proprio in casa nostra”.
Ansalone si riferisce per esempio ai movimenti No Expo che con toni anche piuttosto accesi scrivono liberamente su internet di progettare delle manifestazioni che impediscano lo svolgimento dell’Esposizione Universale di Milano.
In tutto ciò si colloca la mai velata minaccia da parte dell’Isis di voler issare la propria bandiera nera sulla cupola della basilica di S. Pietro a Roma.
L’Italia, insomma, si trova nella non facile situazione di dover fronteggiare minacce interne ed esterne e il decreto antiterrorismo approvato dalla Camera meno di dieci giorni fa è proprio la risposta a questo clima di insicurezza.