Panico e disperazione, hanno indotto un anziano di 75 anni, a fuggire in auto dalla Sicilia al Casertano dopo aver perso 100mila euro alle slot machine.
Preso dai sensi di colpa e in evidente stato confusionale, ha lasciato ai familiari un biglietto di addio nel quale diceva di volerla fare finita e con la sua Fiat Punto, partendo dalla provincia di Catania dove risiedeva, ha dato inizio alla sua fuga, macinando chilometri su chilometri, senza una vera meta.
A dare l’allarme è stato il figlio dell’uomo, subito dopo avere trovato il biglietto. La Polizia di Stato si è messa alla ricerca dell’uomo subito dopo avere ricevuto la segnalazione della sua scomparsa dalla Sicilia.
Martedì scorso, R.G (queste le iniziali dell’anziano) è stato trovato nell’area di servizio “San Nicola Ovest”: dopo essere stato rassicurato e tranquillizzato, gli agenti lo hanno portato negli uffici della Polizia Stradale di Napoli Nord dove, il giorno dopo, ha potuto riabbracciare il figlio al quale è stato affidato.
Questo purtroppo è solo l’ultimo, delle centinaia di casi, di vittime della dipendenza da gioco d’azzardo.
Secondo le stime, in Italia soffrono di questa patologia 800mila persone: ci sono fra di loro, la signora che a sessant’anni si è giocata il negozio, il ragazzino che rubava in casa per sentirsi il re del poker on line, il quarantenne che ha alleggerito la cassaforte dell’ufficio e bruciato i beni di famiglia tra slot machine e cavalli.
Il gioco d’azzardo patologico è una delle prime forme di “dipendenza senza droga”: alzarsi al mattino con quell’unico pensiero che brucerà anni di vita e non solo banconote, come una vera droga, diventa, per chi è afflitto da questo “male”, l’unica ragione di vita.
La dipendenza da gioco (Gioco d’Azzardo Patologico) si colloca nel Manuale dei Disturbi Mentali (DSM-IV-TR) tra i Disturbi del Controllo degli Impulsi ed è caratterizzato dall’incapacità di resistere alla tentazione “persistente, ricorrente” di giocare somme di denaro elevate.
Le conseguenze più dirette si rilevano nel deteriorarsi delle attività personali, familiari e lavorative.
E’ possibile che il soggetto che soffre di dipendenza da gioco metta a repentaglio anche una relazione affettiva significativa, il lavoro o delle opportunità scolastiche solo per perseguire nel gioco d’azzardo.
La stragrande maggioranza delle persone dipendenti dal gioco d’azzardo, spesso continua a giocare nonostante gli ingenti sforzi per controllare, ridurre o interrompere il comportamento e la causa è da ricercare nel tentativo, quasi sempre vano, di recuperare il denaro puntato e perso. Il soggetto si sente costretto ad una corsa continua, giocando cifre sempre più alte, al fine di annullare la perdita o una serie di perdite.
Quando poi, le possibilità di ottenere prestiti si esauriscono, la vittima della dipendenza dal gioco per recuperare denaro, ricorre spesso a comportamenti antisociali quali la contraffazione, la frode o il furto.
La dipendenza da gioco può essere trattata, in particolar modo con percorsi mirati di psicoterapia ad orientamento cognitivo comportamentale. Alcuni farmaci che agiscono sull’impulsività, come gli SSRI o gli stabilizzanti del tono dell’umore, possono coadiuvare il lavoro dello psicoterapeuta, ma non sostituirsi ad esso.
In genere, dicono gli esperti, il primo stop al gioco arriva in tre mesi, ma ci vogliono quattro anni per considerarsi al sicuro, e il rischio di ricaduta è alto.
Una battaglia quotidiana difficile anche perché chiudere i luoghi fisici dove si gioca non basta, ormai la scommessa corre soprattutto in rete, si può fare comodamente da casa. Quindi non serve allontanare le tentazioni, mettere i lucchetti alle slot machine.
L’unica via è provare a smettere, tra Serd pubblici dove lavorano psicologi, analisti, medici e i gruppi di auto-aiuto, come i Giocatori anonimi dove ogni storia, ogni esperienza condivisa pubblicamente nelle riunioni settimanali che si tengono in tutt’Italia aiuta nel difficile cammino: “Chi hai accanto è come te. Conosce il desiderio, la brama che ti fa sragionare, dimenticare amici e famiglia, promesse e impegni per rincorrere quell’adrenalina che ti corre in corpo prima della scommesse anche dopo quando vuoi rifarti a tutti i costi”.