Espressiva, solare, mediterranea e verace, una voce tutta partenopea, interprete straordinaria del bel canto popolare: Concetta Barra.
Concetta Grasso (in Barra) (Procida, 11 febbraio 1922 – Napoli, 4 aprile 1993), figlia del guardiano del carcere di Procida, il messinese Antonino Grasso e della procidana Michela Di Giovanni, è vissuta per moltissimo tempo nell’isola natia, è considerata dagli isolani la cantatrice ufficiale dell’isola. Essa ha avuto il merito di riproporre con efficacia la tradizione musicale del luogo; il suo stile canoro di autentica derivazione popolare, che sapeva essere sia irruente sia modulatamente espressivo, le ha consentito di rivisitare l’intero patrimonio musicale popolare della sua terra.
Quella di Concetta Barra è una storia bellissima, di perfetta coerenza e insieme di continue metamorfosi, la storia di un’artista che nasce artista, ma che lascia l’arte per dedicarsi alla vita di mamma. Proprio da uno dei figli per i quali aveva deciso di sacrificare la sua carriera artistica, viene riportata sul palcoscenico che condividerà con lui, fino alla morte.
La sua storia nel mondo dello spettacolo inizia molto presto: negli anni della 2a guerra mondiale, quando fonda con le sorelle Maria e Nella, la compagnia “Vittoria”. Grazie alla sua evidente bravura, viene scritturata dalle compagnie di Totò, Aldo Fabrizi e Alberto Sordi. Alla fine della guerra si sposa con Giulio Barra, valente artista di varietà e dopo la nascita del primo figlio, abbandona il mondo dello spettacolo.
Uno dei suoi tre figli, Peppe Barra, prende presto la strada del palcoscenico e nel 1967 con Roberto De Simone da inizio ad una delle imprese più importanti del teatro napoletano (e non solo napoletano) di quegli anni, la Nuova Compagnia di Canto Popolare.
Concetta è lontana dal teatro da trent’ anni il giorno in cui De Simone, andato a trovare Peppe a casa sua, la sente cantare in cucina una canzone procidana. E’ un colpo di fulmine. De Simone decide che Concetta “deve” partecipare al suo nuovo spettacolo e con l’aiuto di Peppe riesce a ” trascinarla ” in Concerto che debutta a Spoleto nel 1972.
Concetta ottiene un successo strepitoso: è il suo secondo e stavolta irreversibile, ingresso nel mondo dell’arte, che non lascerà più.
Ma le metamorfosi non sono finite. Finora, anche dopo il rientro, è stata esclusivamente cantante; con un altro spettacolo di De Simone, la memorabile Gatta Cenerentola (1976), Concetta a 54 anni suonati, ottiene il suo debutto come attrice. Sempre con De Simone e sempre, come attrice completa, partecipa al fianco di Peppe a La cantata dei pastori, a Mistero napoletano e a La festa di Piedigrotta.
Lavora anche con Eduardo, che come era successo a De Simone, ebbe per lei un colpo di fulmine, nel sentirla recitare. Eduardo le riserva dei ruoli in alcune messe in scena di Gennareniello e de Il berretto a sonagli. Sono partecipazioni piccole, ma ugualmente importanti per la maturità artistica di Concetta.
Il primo amore però non si scorda mai, soprattutto se quel primo amore è il figlio: Concetta torna in teatro al fianco di Peppe e con lui fonda una compagnia, Peppe & Concetta, grazie alla quale si imporranno all’attenzione della critica internazionale.
Tra i tanti titoli ricordiamo: Scherzo in musica in due tempi (1982), Artisti (1983), Senza mani e senza piedi (1984), Sempresì (1985), Varietà c’est ça (1986), La festa del Principe (1988), Signori io sono il comico (1990), Flic Floc (1992).
Concetta Barra, che si è spenta a Napoli il 4 aprile 1993, resta nella memoria collettiva come attrice sanguigna e dai tratti marcatamente dialettali, ma soprattutto come impareggiabile cantante ed interprete di numerosi testi della tradizione popolare sia napoletana che specificamente procidana.
Procida le ha dedicato l’intero Atrio Principale della Scuola Media Statale Antonio Capraro e una Strada a suo nome nel quartiere di Terra Murata ,dove ha vissuto.