Quella sorta all’indomani del naufragio nel Canale di Sicilia, come prevedibile, si è rivelata una giornata concitata.
A Malta è sbarcata la nave con a bordo le salme delle 24 vittime finora recuperate. Ad attenderle in banchina anche il ministro dell’Interno maltese Abola e l’Ambasciatore italiano a Malta, De Vita.
A Lussemburgo si sono riuniti in consiglio straordinario i ministri degli Affari Interni ed Esteri dell’UE. Prima di entrare in sala riunioni, il ministro degli Esteri Orlando e l’Alto Rappresentante dell’Unione per gli Affari esteri Mogherini hanno dichiarato di essere lì perché “urge una politica migratoria europea comune per gli Stati membri”.
Non è un mistero che, in quanto al dramma dei naufragi nel Mediterraneo, l’Italia sia stata quasi abbandonata a sé stessa. Tanta retorica e tanti attestati di solidarietà da parte dei presidenti europei, dopo le tragedie consumatasi nel corso degli anni, ma pochi fatti.
Il Commissario agli Affari interni dell’Unione, Avramopoulos, ha presentato al consiglio un piano sull’immigrazione articolato in dieci punti che verte essenzialmente su:
Rafforzamento del sistema Triton Frontex, in termini di fondi provenienti dall’UE.
Politica migratoria condivisa da tutti gli stati membri dell’Unione: le Agenzie migratorie devono incontrarsi regolarmente per gestire insieme le richieste di asilo che poi giungeranno all’EASO (Agenzia per il Sistema Europeo di Asilo).
E’ necessario, a tal proposito, rivedere il cosiddetto “regolamento di Dublino”, secondo cui la richiesta di asilo va inoltrata al primo Paese in cui l’immigrato mette piede. Tutto ciò per limitare al minimo le differenze tra paesi come l’Italia che, data la sua posizione geografica, si trova a gestire migliaia di richieste e ad aprire altrettante pratiche di riconoscimento mediante impronte digitali e altri Stati che sono praticamente chiusi agli immigrati.
Impostare un dialogo con Tripoli e anche con i Paesi confinanti con la Libia.
Arrestare gli scafisti che sono dei veri e propri trafficanti di vite umane. In Italia solo nel 2014 ne sono stati arrestati circa mille.
Intanto, il premier Renzi ha chiesto all’attuale presidente dell’UE Tusk un Consiglio straordinario per giovedì prossimo in cui vuole affrontare il problema del racket degli schiavisti. Questi uomini, che si arricchiscono alle spalle della tragedia che spinge migliaia di uomini e donne a lasciare i loro Paesi di origine, costituiscono infatti un’organizzazione che pretende fior di soldi per questi “viaggi della morte” che comprendono anche l’attraversamento del deserto. Spesso gli immigrati che hanno il sogno di arrivare in Italia sui barconi neanche arrivano a salirci perchè muoiono durante il tragitto che li porterà in Libia.
Insomma, delle tante cose più o meno giuste che si sono lette e dette in questi due giorni, non si è allontanato molto dalla verità Renzi quando ha definito il fenomeno degli sbarchi clandestini “la tratta degli schiavi del XXI secolo”.
Il New York Times ha titolato un editoriale sull’ultima tragedia nel Canale di Sicilia “L’Europa dov’è?” chiedendosi in che modo vengano rispettati e messi in pratica i principi che si leggono nella Costituzione sulla quale fu fondata.
La stessa domanda che ci poniamo in Italia e con la quale speriamo di non doverci più relazionare.