È accaduto a Pontypool, in Galles: il piccolo Christopher Furniss-Roe, di soli otto anni, si è impiccato nella sua cameretta.
Era un giorno felice per lui, quando la stessa mattina aveva ottenuto degli ottimi risultati nella corsa organizzata dalla scuola in occasione della giornata dello sport.
È tornato a casa, si è messo a giocare in cortile con la sorella più piccola e poi un piccolo incidente ha destabilizzato la sua serenità: la sorellina ha rotto un secchiello da spiaggia ed è iniziata la lite tra i due. Un episodio che viene ingigantito dai bambini e che fa presto ad arrivare a lacrime e insulti.
Come succede di solito, i genitori decidono di mandare il figlio per un po’ in camera sua, dividendoli e facendo risultare “colpevole” il più grande. Questa punizione però, il piccolo non se l’è tenuta, e probabilmente ha inscenato un’impiccagione dal suo letto a castello per suscitare la pietà dei genitori e ottenere il loro perdono, come pensano gli inquirenti.
La storia purtroppo è finita in tragedia: il padre, non sentendo più rumori provenire dalla stanza, ha spiato cosa stesse combinando Christopher e ha visto che questo eventuale scherzo non era più sotto il controllo del piccolo. A nulla sono valsi i soccorsi immediati. Il giorno dopo, il bimbo è morto in ospedale.