Che Napoli è una delle più grandi ricchezze e bellezze artistiche e culturali italiane non smetteremo mai di dirlo e, quando ad accompagnare le nostre voci sono anche quelle provenienti oltre i confini nazionali, non possiamo fare altro che inorgoglirci e fare ancora maggior sfoggio della nostra “napoletanità”.
Questa volta è “The Telegraph” a dedicare un intero articolo a Napoli e al suo patrimonio. Il quotidiano britannico, nella sua versione online, celebra la nostra bellezza, definendola “immeritatamente oscurata” e meritevole di maggiore visibilità. Il pezzo viene inserito in una rubrica dedicata al turismo e il suo messaggio è esplicito e incalzante: “Napoli è un gioiello sottovalutato, visitatela!”
Si inizia dal Museo Archeologico e si arriva al Centro storico passando per gli Scavi di Pompei, le parole si estendono fino al Lungomare, dove rimbalzano sul mare cristallino e arrivano fino all’isola di Capri.
Stanley Stewart, l’autore dell’articolo, ha visitato la città in lungo e in largo, rimanendo stregato dalle magie napoletane e il risultato è un articolo intriso di profonda venerazione per la bella Partenope che, ancora una volta, è riuscita ad abbattere il muro dei pregiudizi, facendo innamorare perdutamente chiunque abbia potuto toccare con mano il suo splendore.
I vicoli con i le fila di panni stesi, Spaccanapoli, il profumo del caffè, le signore dal tono di voce squillante, gruppetti di ragazzi che inforcano strumenti musicale per strada, le anziane dirette in Chiesa a pregare e le scritte sui muri: sono queste le tante piccole sfaccettature di un meraviglioso diamante che è Napoli, il cui splendore acceca di meraviglia gli occhi dei fortunati visitatori.
“In questa atmosfera inebriante mi sono innamorato di Napoli. Nessuno avrebbe accusato il Centro Storico di essere bello, ma lui è oscuramente e meravigliosamente bello. Esso è crudo, passionale, segreto, generoso, fatiscente, glorioso, vibrante e sfacciatamente corrotto e corruttore.”
Stewart non si limita a descrivere le meraviglie napoletane, ma si incammina in un sentiero tortuoso, dove il giornalista si chiede perché la fama di Napoli non sia decantata come quella di Roma, Firenze o Venezia e perché non ci siano code ai musei o ai teatri. “Per chi conosce Napoli, la mancanza di turisti è sia uno dei misteri che una delle gioie della città”
L’articolo si dilunga in lusinghe e ammirazioni ma, quello che più colpisce, è il riferimento a Goethe e alla sua famosa citazione su Napoli: “Fu Goethe, innamorato di Napoli, a rendere famosa la frase – Vedi Napoli e poi muori – promuovendo l’idea che niente può mettere in ombra questa città osservandola dalla baia. Ma egli non si riferiva solo alla baia, amava la città, il suo caos e la sua stravaganza in tutte le sue cose: dal dolore all’architettura, dall’amore alla pasticceria. È tempo per i visitatori di riconquistarla.”
Quest’ultima affermazione ha il sapore delle più dolci verità: è tempo di riconquistarla e farsi conquistare da questa bella città, di amarla e farsi amare da Napoli e dai napoletani, di scoprirla in tutto il suo splendore e riscoprire se stessi in essa.