20 secondi che infangano una tradizione secolare.
20 secondi che mettono in discussione l’egemonia e l’autorità di un prodotto leader in materia gastronomica, perché che si tratti di slow food, fast food, street food e di qualsivoglia contesto similare in cui il termine “cibo” funga da leitmotiv, la pizza assume sempre un ruolo privilegiato. Quello confacente ad una “vera regina”.
20 secondi che stanno suscitando un fiume in piena ed inarrestabile di polemiche.
“E tu che pizza vuoi?”, chiede il cameriere al bambino seduto al tavolo con i genitori. Il piccolo risponde: “Un happy meal”.
Questa l’ultima genialata in materia pubblicitaria partorita da McDonald’s. Ma, stavolta, la nota multinazionale americana ha solleticato e non poco l’ira e l’orgoglio di chi crede fermamente nei valori e nelle tradizioni radicate nella pizza ed è disposto a difendere a spada tratta la bontà di un autentico pezzo di storia che ha contornato, accompagnato e scandito le ore felici di innumerevoli generazioni.
“Andiamo a mangiarci una bella pizza” al pari di “beviamoci un caffè” rappresentano frasi che personificano una forma mentis, il desiderio di trascorrere del tempo in compagnia e di accompagnarlo ai piaceri semplici ed irrinunciabili della vita.
Su questa lunghezza d’onda viaggiano le dichiarazioni di Claudio Ospite, presidente dell’Istituto Nazionale della Pizza: “Noi che siamo stati i bambini d’Italia, siamo cresciuti sani e forti con le nostre pizze, così come sani e forti cresceranno i nostri bambini che rappresentano il futuro di questo Paese: mangiando le nostre pizze, condite con i prodotti delle nostre terre.”
Un messaggio fuorviante e tendenzioso che cerca di ammaliare e soggiogare l’attenzione dei palati più piccoli ed inconsapevoli, facendo leva sugli “effetti speciali”: regali, gadget, giostre, giocattoli.
Ma non è tutto oro quel che luccica. “La campagna pubblicitaria della famosa catena di Fast food – afferma Enzo Abbate, presidente dell’associazione “Margherita Regina” – tende a suscitare l’interesse dei più piccoli, ma in questo caso mira ad una comparazione tra un prodotto leggero, salutare, gustoso e completo come la Pizza ed un Junk Food. Consiglio ai genitori una buona educazione alimentare, che tra l’altro fa parte della nostra tradizione e di non farsi ingannare dalla pubblicità.”
Non può accettare di buon grado quel termine di paragone che sancisce il clamoroso trionfo del “cibo spazzatura per antonomasia” chi trascorre la stragrande maggioranza del proprio tempo con “le mani in pasta” per conferire la massima e più apprezzabile forma espressiva a quella semplice, ma insindacabilmente apprezzata, tradizione artistico-culinaria, come Errico Porzio, vice-presidente dell’Istituto Nazionale della Pizza, nonché professionista quotato e chiamato in causa in diversi paesi del mondo: “Il paragone tra l’happy meal e la pizza, non solo non regge, ma risulta decisamente fuori luogo. La pizza è un cibo di qualità, il più venduto e conosciuto al mondo. “Pizza” è un termine intraducibile ed universale, un’eccellenza napoletana rinomata ed amata dall’intero pianeta. “Mc Donald’s” è sinonimo di divertimento, i bambini sono attratti dai regali e dai giocattoli, ma è lecito e più che doveroso ricordare che il cibo prodotto da questa multinazionale, in termini nutrizionali, confeziona risultati disastrosi: elevatissime quantità di grassi animali, carboidrati, sale, a discapito di un apporto vitaminico e di fibre del tutto scarso o nullo. Motivo per il quale, un’alimentazione basata sul consumo di cibi così strutturati rappresenta un fattore di rischio in termini di insorgenza di malattie cardiovascolari, cancro e diabete.
Inoltre, non dimentichiamo l’elevata percentuale di obesità che si registra in America, frutto, non a caso, del sistemico consumo da part della popolazione del cibo di McDonald’s. Di contro, tra i miei clienti, annovero persone che mangiano la pizza anche 3-4 giorni su 7 e che, per come la vedo io, potrebbero mangiarla anche tutti i giorni, in quanto si tratta di un prodotto naturale e ad alta digeribilità. Infine, in quanto padre di tre figli, lotto con mia moglie, ogni volta che i bambini manifestano la volontà di volersi recare al McDonald’s.
“È meglio se mangiate una pizza della terra dei fuochi!” è la mia replica. Alla quale credo che non serva aggiungere altro.”
Quindi, quali sono i valori in nome dei quali meritano di essere cresciuti ed educati gli uomini del domani tra “I’m lovin it” e “Je vac’ pazz’ per la pizza”?
Ai genitori di oggi l’ardua sentenza…