Nelle strettoie dei caratteristici vicoli di Napoli, dove il cielo sembra dilatarsi inarcandosi sul cortile di Palazzo Marigliano, possiamo scoprire e conoscere, la storia di una grande fucina del sapere nel cuore dell’antica Partenope, punto d’incontro e di divulgazione del pensiero artistico, letterario e scientifico: L’Arte Tipografica di Angelo e Ruggero Rossi.
Sorta nel centro storico di Napoli nel 1948 ad opera di Angelo Rossi, genitore dei due fratelli, è legata, come forse nessun’altra azienda similare, ad una tradizione che certamente rappresenta un punto fermo degli ultimi cinquant’anni di storia della nostra città.
Angelo Rossi senior, sin dalla sua giovane età, frequentò la storica Tipografia Pontificia degli Artigianelli dove, grazie anche alle sue non comuni qualità, diventò un notevole esperto nell’arte del libro, capacità ed esperienza che egli seppe applicare da maestro nell’azienda che creò nel cuore di Napoli.
L’Arte Tipografica fu frequentata da Benedetto Croce, Fausto Nicolini, Gino Doria che qui fecero stampare le loro opere più importanti, e che dire degli altri illustri frequentatori, come il leggendario Riccardo Ricciardi, Costantino Del Franco, Bruno Molajoli che spesso si incontravano tra le macchine tipografiche.
Una delle iniziative di Angelo Rossi senior fu la creazione della casa editrice “Arte Tipografica” che inziò le sue pubblicazioni con La Cronaca figurata del ‘400 di Riccardo Filangieri e ancora Santa Chiara e San Gregorio Armeno di Roberto Pane. Inoltre, non può non essere ricordata, l’opera editoriale di Pablo Neruda, Los Versos del Capitan, curata da Paolo Ricci, stampata per la prima volta nelle officine dell’Arte Tipografica nel luglio del 1952 in soli 44 esemplari fuori commercio, ognuno con il nome di un sottoscrittore. Ed ancora I Taccuini di lavoro di Benedetto Croce in sei tomi, editi esclusivamente per la famiglia Croce.
Per quanto l’azienda abbia posseduto macchinari tra i più avanzati del settore, adeguandosi alle tecniche innovative di stampa, ha conservato negli anni uno stile artigianale attento alla scelta della carta, alla raffinatezza del paginato e all’eleganza del volume. Ha mantenuto costantemente in funzione anche antichi macchinari utilizzati per le edizioni di maggiore pregio e valore culturale, in linea con una committenza colta e qualificata tra cui: Senato della Repubblica, Archivio di Stato, Biblioteca Nazionale.
A giugno 2014 l’Arte Tipografica, per difficoltà connesse al particolare momento economico del Paese, ha cessato l’attività ed entro l’8 Aprile 2015, dovrà lasciare i locali della storica sede di Palazzo Marigliano, con l’urgenza di trovare una soluzione logistica per conservare i circa 100 mila volumi e le attrezzature tipografiche.
Gli antichissimi macchinari, che coprono un arco temporale che va dai primi del 900 sino agli anni 90, sono ancora perfettamente funzionanti e rappresentano un patrimonio di particolare interesse storico, industriale e culturale da non disperdere. Tutto ciò meriterebbe il riconoscimento da parte delle Istituzioni competenti.
Angelo Rossi, attuale rappresentante di una dinastia che, come quelle regali, trasmette il nome del re insieme alle funzioni della casata, ha creato una petizione con raccolta firme, per sensibilizzare le autorità, all’apertura di un Museo per salvaguardare tutta l’attrezzatura e i manufatti, da una fine a dir poco ignobile.
Sabato 14 marzo 2015, il Sindaco Luigi de Magistris si è recato in visita nell’antica fabbrica di cultura insieme all’Assessore Nino Daniele e dopo aver visitato la tipografia Rossi, ha subito provveduto a chiedere alla Soprintendenza per i beni culturali, di vincolare gli strumenti e i manufatti che la famiglia Rossi intende donare alla collettività affinché possa nascere un museo della stampa e dell’arte tipografica, con tanto di antichi macchinari e maestri disposti a insegnare la loro arte, gratuitamente. De Magistris, secondo quanto si legge sul sito del Comune, con la sua amministrazione sta già cercando i locali dove ospitare il museo che dovranno essere reperiti quanto prima, dato che tra pochi giorni (8 aprile) scatterà lo sfratto imposto dagli eredi di Palazzo Marigliano.
La nota più triste e amara di tutta la situazione, è scoprire che al posto dell’Arte Tipografica, chiusa dopo 70 anni di storia, sorgerà un ristorante.