Storie di sfruttamenti sono purtroppo ancora all’ordine del giorno. E non è neanche la prima volta che il territorio campano ospita scenari di questo genere: a poche settimane fa risaliva la storia di Bengalesi e Pakistani sfruttati a Grumo Nevano.
Ed è proprio la polizia di questa città nel Napoletano, insieme ai colleghi del Nucleo Tutela Lavoro di Napoli, a denunciare il lavoro in nero a cui erano costretti sei dei quattordici lavoratori in un opificio.
La fabbrica di schiavi era una ditta di confezionamento di abiti femminili, sita in via Bachelet a Casandrino, ed era stato pensato di negare assistenza e previdenza a due italiane e quattro extracomunitari (di cui due irregolari in Italia), per ridurre tempi e costi di produzione.
Il titolare dell’attività, rintracciato dalle forze dell’ordine e denunciato con l’accusa di violazioni in materia di igiene e sicurezza sui luoghi di lavoro e impiego di manodopera clandestina, è un 37enne di origini bengalesi, che finalmente ha sospeso così la sua attività imprenditoriale.
Sono state comminate inoltre 28 sanzioni penali da 156.808 euro e contestate 112 violazioni amministrative per un totale di 41.400 euro.