Un napoletano, uno sportivo, un attore e un musicista.
Potrebbero sembrare le parole iniziali della più classica delle barzellette e invece sono le peculiarità di un grande uomo che è riuscito, nel suo eclettico percorso, a dar vita ad uno dei personaggi più amati dall’Italia e dal mondo intero: Bud Spencer.
Carlo Perdersoli, nato in un quartiere rinomato di Napoli, Santa Lucia, il 31 ottobre del 1929, approdò alla carriera di attore per un fortuito caso del destino. I suoi interessi erano di tutt’altro genere, lo sport prima di tutto, a Napoli c’è ancora chi lo ricorda in piscina ad infrangere il record italiano dei 100 metri stile libero, scendendo per la prima volta sotto il minuto.
Aveva quattro anni quando a Seiano, un paesino frazione di Vico Equense a cui è tutt’oggi molto legato, Ninuccio, il suo istruttore, “mi prese e mi buttò a mare. State tranquilli, diceva, il ragazzo sap nuotà“. E così è stato. Lo sport colora la prima parte della sua vita: i campionati internazionali, le Olimpiadi di Helsinki nel 1952 e di Melbourne nel ’56, in batteria come centometrista di stile libero.
Carlo Pedersoli nasce in una famiglia benestante nello stesso palazzo dello scrittore Luciano De Crescenzo, diventato suo grande amico, con cui inizia a frequentare le scuole elementari ottenendo buoni risultati. Per motivi legati al lavoro del padre, si trasferisce prima a Roma e poi in Brasile, dove lavorerà presso il consolato italiano di Recife.
Tornato in Italia verso la fine degli anni quaranta, viene notato dall’ambiente cinematografico, per il suo fisico massiccio e imponente. Il suo esordio, quasi casuale, avviene nella grande produzione hollywoodiana Quo vadis?, un peplum nel quale impersonava una guardia dell’impero romano. In seguito continuerà occasionalmente a recitare in piccole parti, la più nota delle quali è quella nel film di Mario Monicelli Un eroe dei nostri tempi, che lo vede contrapposto ad Alberto Sordi nei panni di Nando, fidanzato manesco e nerboruto della giovane Marcella, interpretata da Giovanna Ralli.
Nel 1967 Giuseppe Colizzi gli offre un ruolo in un film che Carlo accetta dopo qualche esitazione. Carlo racconta infatti che inizialmente rifiutò la parte perché gli venne offerta una paga di sole 1 milione di lire, quando la sua richiesta fu di 2 milioni perché aveva quattro cambiali in scadenza. Anche il colloquio con il regista non era andato particolarmente bene: non si faceva ancora crescere la barba e non sapeva andare a cavallo. Nonostante questo il regista non riuscì a trovare nessuno con la sua struttura fisica, pertanto dopo qualche tempo lo richiamò e gli offrì la parte alle condizioni che Carlo aveva richiesto.
Sul set conosce il suo partner di lavoro, un altro giovane attore con al suo attivo varie pellicole ma in ruoli secondari e sconosciuto al grande pubblico, Mario Girotti, il futuro inseparabile compagno meglio noto come Terence Hill.
Il film Dio perdona… io no! è la prima pellicola della coppia, diventata poi nel tempo inossidabile per questo genere di produzioni.
Alle due star nelle presentazioni in locandina viene consigliato di cambiare i propri nomi, considerati “troppo italiani” per un film western e per fare colpo a livello internazionale; inoltre, questa trovata avrebbe reso più appetitose le opere e i personaggi interpretati. Carlo Pedersoli si crea quindi il suo pseudonimo, ovvero Bud Spencer, in omaggio all’attore Spencer Tracy e giocando con ironia sul nome della birra Budweiser, commercializzata in Italia come Bud, mentre Mario Girotti sceglie il suo da una lista di venti nomi inventati.
Da quel momento in poi tutti ricorderanno il clichè del personaggio: un peso massimo dal cuore d’oro che mena sberle a destra e a manca, sorride sempre come un bambino, vuole vivere tranquillamente ma finisce sempre per essere tirato in ballo e dover ristabilire i torti subiti dai più deboli. Cow boy o investigatore (come nella serie di “Piedone lo sbirro”), avventuriero o lottatore. Bud Spencer metterà a punto un tipo di pugno a martello che lo renderà inconfondibile negli anni a venire.
Nel 1979, Bud riceve il premio Jupiter come star più popolare in Germania, nel 1999 la popolare rivista americana TIME pubblica una classifica degli “attori italiani più famosi del mondo” nella quale Bud Spencer occupa il primo posto, seguito da Terence Hill al secondo, e il 7 maggio 2010, la coppia riceve il David di Donatello alla carriera.
Succede spesso che, quando i Napoletani antepongono la napoletanità all’italianità,vengano additati come degli illusi senza senso storico e senza amor di Patria, ma questo è un problema che non sembra interessare al nostro gigante buono: E pensare che non avrei mai creduto di poter fare l’attore, devo tutto allo sport. Mi sento prima napoletano e poi italiano.
Accolto con tutti gli onori a Napoli, il 26 Marzo 2015, nella sala Giunta di Palazzo San Giacomo, Carlo Pedersoli, alias Bud Spencer, ha ricevuto dal sindaco Luigi de Magistris la medaglia della città e una targa con la scritta “un uomo a tutto tondo, attore, sportivo e napoletano”.
L’attore si è detto orgoglioso di aver portato la sua città nel mondo anche grazie al suo lavoro. Ma anche “onorato e commosso” nel ricevere dal sindaco l’ambito riconoscimento, a coronamento di una grande carriera da sportivo e da attore.
“E’ innanzitutto un grande uomo, prima che un attore, uno sportivo e un musicista – ha commentato de Magistris – ha fatto la storia del cinema e non ha mai dimenticato la sua città. Napoli e Bud Spencer sono una cosa sola”.