Un episodio da film dell’orrore, quello avvenuto a Ravello lo scorso 27 marzo. Una donna di 48 anni, Patrizia Attruia, è stata strangolata dalla sua presunta rivale in amore, Vincenza Dipino, che ne ha occultato il cadavere in una cassapanca.
Un delitto passionale, generato dalla contesa delle due donne per Giuseppe Lima, compagno della Attruia, con la quale si era trasferito nell’abitazione di Vincenza Dipino, in via San Cosma, dove è stato consumato l’omicidio.
Secondo una prima ricostruzione operata dai Carabinieri, a seguito di una violenta lite scoppiata tra le due donne, la Dipino avrebbe strangolato la vittima, occultandone il cadavere in una cassapanca. A rinvenire il corpo senza vita di Patrizia Attruia sarebbe stato proprio il compagno della vittima.
A seguito della macabra scoperta, Giuseppe Lima ha riportato l’accaduto a Nicola Amato, funzionario del Comune di Ravello, il quale ha a sua volta allertato i Carabinieri, che si sono precipitati sul luogo del delitto.
A raggiungere l’abitazione della Dipino anche il sostituto procuratore Cristina Giusti, che ha stabilito l’interrogatorio della stessa Dipino, che presentava graffi sul viso, e di Giuseppe Lima.
Sul cadavere sarebbero stati rinvenuti ecchimosi e segni di colluttazione. Secondo quanto riferisce il medico legale incaricato, Giovanni Zotti, “Quel che è certo è che Patrizia Attruia è morta per soffocamento. Ora sarà necessario capire se si è difesa, cosa che penso, e quanto tempo ci sia voluto prima che spirasse”.
Le indagini, condotte dal sostituto procuratore Cristina Giusti, dai carabinieri della compagnia di Amalfi, nonché dalla sezione Investigazioni scientifiche del Nucleo Investigativo di Salerno, si sono concluse con l’arresto di Vincenza Dipino, accusata di omicidio preterintenzionale e occultamento di cadavere e condotta nel carcere di Fuorni.