Di seguito riportiamo una testimonianza forte, molto forte, pervenuta alla nostra redazione da parte di un’anima fragile che in poche, ma essenziali righe ha saputo tracciare un quadro più che espressivo dell’ ”altra faccia della discriminazione”:
“Non so da dove iniziare, perché davvero non trovo le parole giuste per descrivere tutto il dolore, la disperazione e la tristezza che ho dentro!
Nonostante questo, non dico che domani non vorrei svegliarmi più, piuttosto vorrei “assistere” ad un piccolo miracolo nella mia vita, anche se so che è impossibile. Quando per la prima volta lessi la frase “chi si suicida in realtà ama troppo la vita, gli dà un valore eccessivo”, non riuscivo a trarne il senso. Oggi, purtroppo, ho imparato a capire che è la verità e comprendo perfettamente il senso di questa frase. Voglio smettere di vivere perché in realtà so che non sto vivendo, sto sopravvivendo e c’è un enorme differenza! Credetemi, so che per quanti problemi si possano avere, la vita è bella, ma la mia è un vero inferno!
A causa di problemi legati alla nascita, il mio viso non ha mai avuto un bell’aspetto, da anni sono derisa e umiliata mi dicono di tutto “sei brutta “, sei “un mostro”, non so dirvi quante notti e giorni ho trascorso in una stanza a piangere, ad odiarmi, a maledirmi, a chiedermi: perché proprio a me è capitato tutto questo?
Cosa ho fatto di male?
Ce l’avevo a morte con Dio, perché mi dicevo che avrei potuto avere tutto, lo reputavo responsabile della mia infelicità e probabilmente lo penso ancora, ma oggi sono giunta a pensare “Dio ti offro il mio dolore”.
E se ci sono riuscita è perché ho capito di non voler più questa vita, perché il mio corpo non mi darà mai felicità, l’unica cosa che voglio da lui è pietà nel caso in cui decidessi di mettere la parola fine alla mia esistenza.
A tutte le persone che leggeranno queste parole chiedo di pregare per me, affinché sia così. Non voglio compassione da gli uomini, vorrei AMORE e non penso che l’avrò mai.
La mia lettera non vuol essere un istigazione al suicidio, ma semplicemente vuol far riflettere sul fatto che ci sono vari modi per uccidere qualcuno e la parola e l’indifferenza sono tra questi!”