Una pistola e un bambino: questa la fatale combinazione che è costata la vita a due fratelli, di 6 e 13 anni.
È successo ad Huston, in Florida, nell’ambito di un ordinario quadro familiare che vede tre fratelli di 6, 13 e 16 anni impegnati a consumare la cena, mentre la madre è a lavoro e il fratello maggiore, di 18 anni, è fuori casa.
Alle 18.20 la tragedia: a seguito di un banale litigio, dovuto proprio alla cena, il tredicenne, dopo aver recuperato la pistola, raggiunge il fratellino di 6 anni, che gioca nella sua camera, uccidendolo, successivamente ferisce il fratello maggiore e infine, rivolgendo l’arma contro sé stesso, si toglie la vita.
Nonostante le ferite, l’unico superstite chiama il 911, ma ogni soccorso si rivela inutile.
‘‘E’ stato terribile accedere alla scena del delitto”, testimonia mesto lo sceriffo di Huston, Chris Nocco, ”Questa è una notte terribile per una madre, per una famiglia e anche per tutta la nostra comunità.”
Resta da chiarire come il bambino sia entrato in possesso della pistola.
Un’arma nelle mani sbagliate costituisce un copione che si ripete, sempre uguale a sé stesso.
Negli USA ogni cittadino ha diritto al possesso di un’arma, secondo quanto stabilito nel tanto discusso Secondo emendamento della Carta Costituzionale, che recita: ”Essendo necessaria alla sicurezza di uno Stato libero una milizia regolamentata, il diritto dei cittadini di detenere e portare armi non potrà essere infranto”.
Una legge che tuttavia non sembra garantire solo benefici, in virtù degli innumerevoli episodi analoghi a quello sopra riportato e che continuano a susseguirsi.