Il suicidio è un fenomeno in aumento tra i giovanissimi, almeno fra i maschi, e specialmente tra gli adolescenti.
Le particolari caratteristiche dell’adolescenza, fanno sì che questo periodo della vita, sia particolarmente a rischio di disturbi psichici, sofferenze e turbamenti emotivi.
Tutto ciò ai nostri giorni, provoca un’elevata incidenza di tentativi di suicidio, alcuni dei quali, purtroppo ad esito fatale, senza neppure la possibilità d’identificarne motivi plausibili. È certo comunque che si rintracciano nel loro determinismo fattori psicologici individuali, familiari e contestuali, più o meno tra loro connessi: essi supportano momenti predisponenti e scatenanti.
Il passaggio all’atto può assumere significati del tutto diversi, la cui conoscenza può permettere di prevenire eventuali recidive, soprattutto se la presa in carico del giovane che tenta il suicidio è adeguata, paziente ed attenta, e consente di fargli superare le difficoltà, le conflittualità e i disagi psicologici che compromettono quell’esistenza da cui vuole scappare.
I Fattori predisponenti che possono portare un adolescente verso la strada del suicidio, sono i più svariati: una storia di suicidio tra i membri della famiglia o amici stretti, una morte recente in famiglia, abuso di sostanze e disturbi del comportamento.
I fattori precipitanti spesso implicano la perdita dell’autostima, ad esempio: durante discussioni in famiglia, per un episodio disciplinare umiliante, una gravidanza, un insuccesso a scuola, una delusione in amore, il venir meno dell’ambiente familiare per trasferimenti.
Un’altra frequente motivazione per un tentativo di suicidio, sarebbe rappresentata anche dallo scopo di coinvolgere o punire gli altri con la fantasia “tu soffrirai dopo la mia morte“. Assistiamo infatti, ad un aumento di casi di suicidio successivamente alla notevolissima pubblicizzazione del tragico evento, visto come mero fenomeno mediatico, tra una popolazione quindi in cui ci si può identificare, indicando quindi l’importanza della suggestione.
La cronaca, purtroppo non smentisce i dati in aumento: un 22enne a Bronte (Catania) ha minacciato di buttarsi dal tetto di un’abitazione di Via Scafiti, nello specifico, ha tentato il suicidio dopo una lite con i genitori.
Fortuna ha voluto che un suo conoscente ha dato l’allarme al 112, dando anche il numero di telefono cellulare del giovane; l’operatore, riuscendo a stabilire un contato umano con l’aspirante suicida, ha permesso ai colleghi di raggiungere il tetto dell’abitazione e di bloccare repentinamente l’aspirante suicida.
Il ragazzo è stato prima contattato dai militari, poi bloccato dai componenti di una pattuglia che è intervenuta sul posto, ed infine trasportato all’ospedale e ricoverato sotto osservazione. Sembrerebbe che dietro il tentato suicidio si nascondano delle problematiche relazionali tra il giovane e i familiari, problematiche apparentemente ‘normali’ data l’età, ciò che non risulta altrettanto normale riguarda il gesto estremo.
Il tentativo di suicidio è sempre un messaggio: lugubre, atroce, il più delle volte assolutamente imprevisto per i suoi destinatari. È necessario capire a chi sia destinato e quale sia il suo contenuto non comunicabile a parole: quasi sempre, come in questo caso specifico, è rivolto ai genitori, e l’impresa più urgente è proprio aiutare il destinatario ad accoglierlo, comprenderlo e darvi una risposta tempestiva e coerente.