Dalla Sclerosi multipla al morbo di Alzheimer, dalla SLA al morbo di Parkinson. Per due giorni Napoli sarà la capitale mondiale della ricerca sulle malattie neurodegenerative. Venerdì 27 e Sabato 28 Marzo farà tappa per la prima volta a Napoli il congresso mondiale dell’ISNVD – International Society for Neurovascular Disease, l’associazione scientifica internazionale che promuove la ricerca, lo sviluppo, le applicazioni, la formazione e la diffusione a livello mondiale di informazioni sulle alterazioni vascolari cerebrali nelle malattie neurodegenerative come la sclerosi multipla ed altre patologie simili.
L’iniziativa, organizzata in collaborazione con l’Istituto di Biostrutture e Bioimmagini del CNR, l’Istituto SDN di Ricerca diagnostica e nucleare e l’Università degli Studi di Napoli Federico II, radunerà a Napoli i più illustri esperti internazionali di malattie vascolari cerebrali come neurologi, neurochirurghi, angiologi, neuroradiologi, biologi, fisici, chirurghi vascolari e radiologi interventisti.
Dagli Stati Uniti alla Cina, dal Canada ai principali Stati europei al congresso internazionale dell’ISNVD, presieduto dal fondatore dell’Istituto SDN, Marco Salvatore e con la direzione scientifica del direttore dell’Istituto di Biostrutture e Bioimmagini del CNR, Marcello Mancini, ci saranno i massimi rappresentanti mondiali dei principali Centri di ricerca, Atenei ed ospedali che si occupano di malattie neurovascolari.
Le diverse sessioni di lavori che prenderanno il via Venerdì 27 Marzo alle ore 9 presso il Centro Congressi Partenope dell’Università degli Studi di Napoli Federico II (in via Partenope 36 sul lungomare di Napoli) saranno focalizzate su eziologia, scienza di base, scienza delle immagini e associazioni tra anomalie del sistema vascolare cerebrale e una vasta gamma di disturbi neurologici. E soprattutto verranno presentate tutte le ultime novità in ambito diagnostico e terapeutico. Novità di grande importanza se si pensa ai numeri di soggetti afflitti da queste patologie. In Europa, ci sono tra i 6,3 e 7,3 milioni di persone affette soltanto dalla malattia di Alzheimer, la classe più frequente di malattie neurodegenerative. E si prevede che il morbo di Alzheimer e le altre forme di demenze quadruplicheranno entro il 2050, mentre per il morbo di Parkinson si stima un raddoppio dei casi già nel 2030. I costi per la cura del morbo di Alzheimer e dei disturbi correlati sono compresi tra 105 e 160 milioni di euro all’anno in tutta l’Unione Europea.
“I trattamenti esistenti per le malattie neurodegenerative – anticipa Marcello Mancini, direttore del l’Istituto di Biostrutture e Bioimmagini del CNR – hanno un’efficacia limitata e, soprattutto, affrontano i sintomi piuttosto che le cause. La ricerca internazionale e gli investimenti nella ricerca sulle malattie neurodegenerative sono, invece, rivolti proprio a trovare le cause di queste patologie e alla individuazione di modalità adeguate di cura e di tecniche diagnostiche sempre più avanzate perché solo una diagnosi precoce può consentire trattamenti mirati più efficaci di quelli attuali”.
La presentazione del Programma di ricerca sulla sclerosi multipla e sulla SLA
Tra i momenti scientificamente più interessanti del congresso internazionale ci sarà la presentazione dei primi risultati del Programma di ricerca sulla Sclerosi multipla e sulla SLA a cui stanno lavorando da oltre 2 anni i Dipartimenti di Scienze biomorfologiche e funzionali e di Scienze neurologiche dell’Università degli Studi di Napoli Federico II in collaborazione con l’Istituto di Biostrutture e Bioimmagini del CNR e i Dipartimenti di Scienze chirurgiche, anestesiologiche e radiologiche e di Fisica dell’Università degli Studi di Ferrara.Un progetto che, come anticipa Marcello Mancini, direttore del l’Istituto di Biostrutture e Bioimmagini del CNR e tra i coordinatori del programma di ricerca diretto da Marco Salvatore, “partendo dal reclutamento di pazienti affetti da Sclerosi multipla come modello di malattia autoimmune e di pazienti affetti da Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA) come modello di malattia neurodegenerativa, unitamente ad un gruppo di soggetti sani, si è posto l’obiettivo di acquisire nuove conoscenze sulle alterazioni vascolari e della perfusione cerebrale in pazienti con malattie neurodegenerative, di migliorare l’imaging neuroradiologico delle malattie neurodegenerative utilizzando metodiche in grado di svelare le alterazioni vascolari associate e di identificare condizioni genetiche di predisposizione alle alterazioni vascolari nei pazienti affetti da Sclerosi multipla e SLA”.
Anche in questo caso si tratta di studi innovativi di grande importanza se si pensa che ormai circa 250.000 persone in Europa e circa 350.000 negli Stati Uniti hanno una diagnosi certa di Sclerosi multipla. Soltanto in Italia ci sono circa 71.000 malati, con una frequenza di 1 ogni 1.000-1.500 abitanti. Decisamente allarmante il dato della Campania dove ci sono 7.000 casi di malattia e si registra un aumento dei casi in età pediatrica.
“Si tratta di una malattia – sottolinea Marco Salvatore, coordinatore del Programma di ricerca – con un impatto economico e sociale molto elevato, soprattutto in relazione al fatto che colpisce soggetti giovani, che ha un decorso cronico con tendenza alla progressione e che può essere altamente invalidante ed è evidente allora l’importanza di questa nostra riflessione internazionale sullo sviluppo di nuove tecniche diagnostiche in grado di effettuare diagnosi precoci e sicure e di approfondire i numerosi aspetti fisiopatologici della malattia per trovare nuove terapie sicure ed efficaci che influenzino positivamente il decorso della patologia”.