“Napoli Centrale” è una stazione, ma anche il più prolifero porto musicale sorto all’ombra del Vesuvio.
Era il 24 marzo del 1975 quando vide la luce il gruppo musicale che, più di ogni altro, ha stravolto gli schemi abituali della musica in Italia.
Gli Showmen si erano da poco sciolti, quando James Senese e Franco Del Prete, insieme con il tastierista americano Mark Harris ed il bassista inglese Tony Walmsley, decisero di fondersi in quel sodalizio di etnie che portò all’istituzione di un genere originale, composto da jazz-rock e musica popolare napoletana, lasciando ogni traccia di rock progressivo dietro di loro.
“Sono sempre stato in controtendenza con il sistema, anche in tempi non sospetti… Potevo vivere abbondantemente di luce riflessa grazie al successo avuto con gli Showmen, ma io ho voluto creare qualcosa di completamente nuovo, di totalmente diverso. Insieme con Franco Del Prete ho fondato Napoli Centrale e, da quel momento, ho iniziato a comporre i miei primi brani, la mia musica.” Racconta così James Senese le emozioni legate agli esordi, incastonate nel primo album della band e che proprio da loro prendeva il titolo: ‘Napoli Centrale’, composto da sei brani, una proposta musicale che rispecchia in pieno le radici napolamericane di James Senese, segnando un punto di svolta nel linguaggio della scuola musicale napoletana, con le strutture completamente diverse da quelle tradizionali, con un nero che canta in napoletano e con una musica che non è melodica, ma d’avanguardia.
Una rivoluzione completata dai testi di Franco Del Prete, che affrontano i temi dell’emigrazione, della povertà, dello sfruttamento e dell’inesorabile passaggio dalla società agricola a quella industriale.
“Ho preso coscienza della mia musica – racconta James Senese – perché sono sempre stato in strada, tra la gente e tutto ciò che vedevo succedesse l’ho tradotto in musica. Nella mia musica ci sono sempre la passione, il dolore, la speranza, c’è Napoli ma sicuramente anche più della stessa Napoli con le sue scene di vita quotidiana… il tutto io lo trasferisco nella mia musica. I miei brani nascono sempre da qualcosa di doloroso che vivo o vedo in quel preciso istante.”
Napoli Centrale compie 40 anni, il “Neapolitan power” generato da quell’onda anomala di fermento musicale, invece, è destinato ad abbracciare il perpetuo lustro dell’eternità.