‘‘Proprio una bella accoglienza mi attendeva all’aeroporto. Benvenuti nell’incubo in cui ci siamo svegliati.” Sono le parole con le quali la cantante israeliana Noa (Achinoam Nini) ha commentato l’esperienza vissuta la sera dello scorso 22 marzo all’aeroporto di Tel Aviv. L’artista, di ritorno dall’Italia, è stata assalita verbalmente da sconosciuti che dopo averla apostrofata ”Nemica di Israele”, hanno minacciato ”Ti tratteremo come Yehonatan Gefen”.
Un’intimidazione non priva di fondamento, alla luce degli episodi che si sono succeduti nell’ultimo periodo: lo scrittore di sinistra Yehonatan Gefen è stato aggredito lo scorso venerdì nella sua abitazione; pochi giorni dopo il cantante Assaf Avidan è stato minacciato da un’estremista di destra.
Episodi che Noa, in una dichiarazione su Walla, ha ricondotto alla campagna radicale portata avanti dal Premier israeliano Benyamin Natanyahu, nei confronti del quale si è sollevata la voce del Capo di Stato di Israele Reuven Rivlin: ”La campagna elettorale è stata animata. Questo è il momento di rimarginare e medicare la società israeliana.”
La stessa Noa, impegnata in una strenua lotta pacifista, nei giorni scorsi si era appellata a Rivlin in una lettera aperta, nella quale invitava il Capo di Stato ad opporsi alla rielezione di Natanyahu.
Ciò che ora si attende è la denuncia da parte de Premier alle intimidazioni perpetrate dai gruppi estremisti
Restano in ogni caso impresse le incisive parole di avvertimento pronunciate dalla cantante, a seguito dell’attacco: ” Ho l’impressione di trovarmi in un luogo pericoloso, tutti i diavoli adesso sono usciti dalla bottiglia”, perfetta espressione della tensione che investe lo Stato di Israele.