Se si dovessero descrivere, mediante l’utilizzo di poche parole, le caratteristiche della personalità di un individuo, nel caso specifico di Patrizio Rispo, la definizione da usare, senza alcun dubbio, sarebbe: Napoletano Verace.
Spontaneo e genuino, nella realtà come nella finzione, l’attore deve la sua notorietà, proprio a quella napoletanità che, nella sua più pura eccezione di senso, lo contraddistingue.
Vissuto a Roma per oltre vent’anni, Patrizio Rispo, torna a Napoli per rivestire il ruolo di Raffaele Giordano, portiere di Palazzo Palladini nella soap Un posto al sole, in onda su Rai 3 dal 1996. Presente sin dal primo episodio, il suo personaggio è forse il più amato dal pubblico, sempre solare e ottimista, tifoso ad oltranza della squadra partenopea, amante delle citazioni e dei proverbi napoletani, Raffaele non risulta essere mai banale o ripetitivo. Le esperienze lavorative nella città capitolina hanno permesso all’attore di tornare nella città natia, con un bagaglio di professionalità e maturità artistica, grazie alle quali è riuscito ad ottenere riconoscimenti di tutto rilievo: nel 2003 premio come miglior attore con la Grolla d’Oro a Saint Vincent. Premio Totò, premio Napoli film festival, premio Pirandello e premio Galà del cinema e della fiction 2011 sempre come miglior attore.
Nel 1996, la messa in onda della soap Un posto al sole, era un progetto che si poteva definire sperimentale, intervistato sul perché avesse deciso di partecipare ad una iniziativa così piena di incognite, l’attore risponde: “Era un momento in cui il teatro viveva grandi difficoltà e il cinema era in grande crisi come sempre. Quando decidemmo di fare questo esperimento eravamo abbastanza avviliti e nessuno nell’ambiente credeva in questo progetto. Invece il risultato lo conoscete ed è una cosa di cui vado molto fiero. In 19 anni è come se avessi fatto migliaia di film: dalla commedia alla tragedia, il padre, il figlio, l’amante. Una meravigliosa palestra per un attore che ti da la possibilità di entrare nelle famiglie italiane come essere umano. Il pubblico ci vuole bene, perché parliamo di storie di vita quotidiana “.
Il suo forte legame con Napoli, lo ha spinto, insieme alla moglie Mariafrancesca Villani, a dar vita a delle vere e proprie battaglie di civiltà per sensibilizzare il Comune, partecipando alle assemblee dei comitati cittadini con l’obiettivo di raggiungere un primario obiettivo legato ai rifiuti: “Certamente non andiamo da nessuna parte facendo sparire i rifiuti dalle strade a colpi di ruspe. La prima cosa da fare è avviare la raccolta differenziata, senza non andiamo da nessuna parte. Napoli potrebbe arricchirsi con la spazzatura, come si è arricchito il Veneto. Gli inceneritori non servono, i rifiuti possono essere utilizzati per realizzare dei materiali edili o addirittura le suole delle scarpe”.
Dal 2011 è ambasciatore in Kenya ed attualmente per la CBM Italia, Patrizio Rispo ha recitato in tanti film “puramente partenopei”, quali: “Pacco, doppio pacco e contropaccotto” di Nanni Loy e “Morte di un matematico napoletano” Di Mario Martone e “L’era Legale” di Enrico Caria, ma, soprattutto, in quel “Ricomincio da tre” che fu il film d’esordio di un certo Massimo Troisi.
Il film in cui, “il genio della recitazione” di San Giorgio a Cremano “ha tirato fuori il meglio del suo repertorio mentale e teatrale fatto fino a quel momento. Troisi era una persona straordinaria, un comico raro, che aveva una struttura mentale che anticipava le situazioni e rendeva esilarante ogni cosa che ti raccontava. Il film è nato in casa del padre a San Giorgio a Cremano, fu un grande successo e nel 2012 abbiamo fatto il trentennale del film, dove la gente nel rivederlo continuava a ridere per le sue battute. Ci siamo persi purtroppo un grandissimo autore, sempre pronto a rivoluzionarsi e a mettersi in gioco. Qualsiasi cosa facevi con lui era particolare e ti dava sempre un’emozione. Fuori dal set era una di una pigrizia totale, di un arguzia e di una sensibilità mostruosa. Nelle interviste lo trovavo straordinario, faceva restare sempre tutti a bocca aperta.”
Così ricorda Troisi, quello che all’epoca del ciak era “un’inconsapevole Raffaele Giordano” che irrompe in due circostanze sul set e nella vita di Gaetano (il protagonista, interpretato da Massimo Troisi): durante la scena iniziale del film e in occasione del matrimonio d Rosaria, sorella di Gaetano.
È un Patrizio Rispo giovanissimo e goliardico che preannuncia la grande solarità che avrebbe profuso nel corso degli anni, attraverso il piccolo e il grande schermo, fino a diventare un fedele e benvoluto amico che puntualmente, ogni sera e da tempo immemore, ci tiene compagnia durante la cena.