Pordenone- Si continua ad indagare sul caso della coppia uccisa presso il Palazzetto dello sport il 17 marzo. Lei: Teresa Costanza, 30 anni, laureata presso la Bocconi, lavorava in un’agenzia di assicurazioni. Dalle foto pubblicate, s’evince il volto di una persona radiosa, felice, pronta a scrutare il mondo con i suoi occhi verde smeraldo. Lui: Trifone Ragone, 29 anni, sottufficiale carrista in forza alla Brigata Corazzata Ariete di Cordenons (Pordenone), appassionato di culturismo, aveva vinto la tappa di Lignano di Mister Friuli Venezia Giulia nel 2013. Entrambi, però, erano originari del Meridione: Ragone di Monopoli, in provincia di Bari, Costanza di Agrigento.
Entrambi sono stati trovati freddati con 4 colpi di pistola alla testa la notte del 17 marzo. T.Costanza è stata uccisa con tre colpi, T.Ragone con uno. Ad avvisare le Forze dell’Ordine è stato un istruttore di judo che, uscendo dal palazzetto verso le 20, aveva notato l’auto parcheggiata con i vetri in frantumi. All’interno della vettura c’erano i due corpi.
Le indagini- L’arma del delitto, una pistola calibro 7.65, non è stata trovata. Perciò, da subito è stata esclusa la pista dell’omicidio-suicidio. Ad oggi sono 5 le piste aperte dagli investigatori. Il delitto viene definito anomalo perché, come spiega il comandante dei Ris di Parma “ è caratterizzato da una così marcata sproporzione fra il profilo normale delle due vittime e le modalità di esecuzione che fanno pensare alla criminalità più spietata”. Che situazione pericolosa si è trovata a fronteggiare la coppia? Cosa ha spinto i mandanti ad un omicidio così brutale?Per dare una risposta a queste domande, s’indaga a 360 gradi.
Molto accreditata è la pista passionale e quella dei locali notturni. Infatti, per arrotondare gli stipendi, T.Costanza faceva la ballerina in discoteca ,T. Ragone l’animatore di addii al nubilato, oltre che il modello per la promozione di brand e concorsi di bellezza. “Lavori rischiosi” soprattutto per quanto concerne la pista delle “vendette passionali“. Si sta vagliando anche l’ipotesi di uno stalker dopo la testimonianza di una cameriera del centro di Pordenone. Un uomo con l’accento meridionale, dagli atteggiamenti insoliti, la sera dell’omicidio, dopo esser entrato nel suo locale, le aveva chiesto il cellulare per una chiamata. Una chiamata tutt’altro che tranquilla con un’interlocutrice di sesso femminile. La cosa insolita? L’uomo è stato molto attento a cancellare la chiamata dal cellulare.
Un’altra pista è quella del doping: Ragone era un pesista olimpico con grandi ambizioni. In ragione di ciò, sarebbe entrato nel traffico di sostanze proibite per migliorare le sue prestazioni atletiche. Tuttavia, Dino Marcuz, responsabile della palestra di pesistica frequentata da Ragone, smentisce ampiamente questa ipotesi.
Tra le ipotesi, anche un possibile coinvolgimento di Cosa Nostra: lo zio di Teresa fu vittima vent’anni fa della “lupara bianca”.
Infine, c’è la testimonianza di un’atleta del Palasport: “Un pregiudicato che ogni tanto viene da queste parti mi ha detto che secondo lui Trifone è stato ucciso perché era intervenuto in discoteca a sedare una rissa fra due albanesi finiti poi in ospedale”. Anche qui la solita storia: basta così poco per spingere degli individui ad un omicidio così efferato in stile mafioso?
Non c’è niente di sicuro. Certo è che le vite di Teresa e Trifone sono state recise la sera di quel 17 marzo. Due persone ammirate e forse anche “invidiate”. Molti potrebbero essere i motivi di un’omicidio così efferato, ma meno di zero le giustificazioni.