Dopo il museo di Mosul e le rovine dell’antica capitale assira Nimrud, l’Isis ha cominciato a distruggere anche i resti di Hatra, antica città a 100 chilometri a sud di Mosul, fondata nel III secolo avanti Cristo dalla dinastia dei Seleucidi, dichiarato patrimonio dell’Umanità dall’Unesco.
Nell’interpretazione estremistica dell’Islam adottata dall’Isis, le statue, gli idoli e i santuari, cioè tutto ciò che riproduce figure umane, sono oggetti di culto diversi da Dio e per questo vanno distrutti.
La furia devastatrice del fondamentalismo islamico si è abbattuta, ancora una volta, sui luoghi del culto cristiano e sui siti archeologici. Militanti dello Stato Islamico avrebbero distrutto una serie di templi sacri cristiani e sciiti nel nord dell’Iraq, oltre che la tomba del re assiro Mar Behnam risalente al quarto secolo avanti Cristo.
“Questi monumenti non possono essere ricreati”, aggiunge Diana Yaqco, portavoce di A Demand for Action, organizzazione che si batte per i diritti delle minoranze irachene. “L’Isis – aggiunge – non solo disprezza il nostro credo religioso, ma anche la nostra letteratura, le arti e la nostra storia, che è non è riproducibile ma unica”.
Anche la distruzione di Nimrud da parte dei militanti dell’Isis «costituisce un crimine di guerra» denuncia in un comunicato la direttrice generale dell’Unesco, Irina Bokova, che fa appello a tutti i responsabili politici e religiosi della regione a sollevarsi contro questa barbarie.
Dopo la comparsa della bandiera del Califfato in Libia, e le minacce all’Europa lanciate da gruppi di jihadisti, ecco che nel giro di dieci giorni questa compare in parti diverse del mondo. Boko Haram, il gruppo armato più forte del continente africano, ha dichiarato esplicitamente di essere un vassallo del Califfato. Successivamente è stata la volta della Tunisia, dove un commando ispirato dalla dialettica violenta dell’Isis ha fatto strage di turisti nel museo Bardo di Tunisi.
È macabra la rivendicazione jihadista dell’attentato di Tunisi. E apre la porta a un terrore serpeggiante, presente: “Tecnicamente siamo in fase di pre-massima allerta” perché contro l’Italia non si hanno notizie di minacce specifiche, ha rassicurato il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, che al contempo ha esortato a non abbassare la guardia e a mantenere un controllo attento ma lontano da fobie collettive e inutili allarmismi. “Ci vuole vigilanza sulle frontiere, ci vuole controllo anche all`interno” ha ammonito il titolare della Farnesina; “Ma dobbiamo farlo senza isteria e senza rinunciare alla nostra libertà. Per questa oscena propaganda estremista Roma è un simbolo, è l`idea dell’Occidente che vogliono combattere”.
A conti fatti, le milizie dell’Isis, stanno distruggendo un pezzo di storia Storia; questi crimini al patrimonio archeologico, sono stati denunciati successivamente anche dal ministero del Turismo e delle Antichità iracheno .
Dopo l’attacco in Tunisa è allerta terrorismo in tutta Italia. Il nostro Paese, come ha più volte sottolineato anche il Viminale, potrebbe essere nel mirino dell’Isis soprattutto in concomitanza di grandi eventi come Expo e il Giubileo straordinario voluto da Papa Francesco.