“Nowruz mobarak!“: se avete degli amici iraniani è questo l’augurio che dovete rivolgere loro in questo giorno di festa.
Il nowruz, letteralmente “il nuovo giorno”, ossia il nostro “capodanno“, per il popolo iraniano cade ogni volta in momenti diversi, in quanto dipende dal sole: col naso all’insù, tutti aspettano l’equinozio di primavera.
Domani alle 2.15 di notte (ora iraniana) sarà la volta dell’anno nuovo in Iran, si passerà dall’anno 1393 al 1394 dell’egira (clicca qui per vedere il conto alla rovescia, in un sito web iraniano). Le comunità iraniane nel mondo lo festeggeranno in orari diversi, a seconda del fuso.
Abbiamo intervistato Mahsha S., un’Italiana figlia di Iraniani, per sapere come viene vissuto, lontano dalla terra d’origine, questo giorno speciale…
“Gli Iraniani all’estero festeggiano comunque. Noi a casa prepariamo il tavolo, l’Haft sin, poi se ci va andiamo in uno dei tanti posti a Roma per festeggiare. Non so se lo sai, ma ci sono diversi ristoranti iraniani a Roma e questi organizzano il capodanno iraniano che cade tra il 20 e il 21 marzo, a seconda del sole. L’anno non cambia nella mezzanotte, ma nel preciso istante in cui avviene l’equinozio primaverile, per questo l’orario può variare. Una volta mia madre mi ha raccontato che secondo una vecchia leggenda il preciso momento in cui cambia l’anno si capirebbe perché l’uovo sodo, appoggiato sullo specchio o davanti allo specchio, si muoverebbe leggermente”.
Quindi in Italia prima in famiglia e poi nei locali… E in Iran?
“In Iran si festeggia in casa, perché in casa c’è più libertà, uomini e donne possono stare tranquillamente insieme. Le abitazioni medie iraniane poi sono quasi di lusso quindi sono anche le migliori location. Lì poi c’è una meravigliosa tradizione che qui mi manca… Sai quando si va ospiti a casa di qualcuno? Qui si porta una bottiglia di vino, lì invece fiori, fiori e solo fiori, spessissimo almeno. Per questo nelle case iraniane c’è sempre un buonissimo odore di fiori freschi.”
Dove festeggerà la tua famiglia?
“Qui si esce perché si va nei posti appositamente organizzati, dove ci sono altri Iraniani. Per esempio io vado questo venerdì in un locale di via Aurelia, ci sono quasi 200 persone, cibo iraniano e musica dal vivo dove poi la gente si mette a ballare”.
Il nowruz è stato registrato dall’Unesco come patrimonio culturale dell’umanità. La preparazione in Iran inizia nell’ultimo mese dell’anno, chiamato Esfand, con vari rituali: il Khane tekani, ossia la pulizia della casa (le nostre “pulizie di primavera”), le visite a parenti e amici, l’acquisto di abiti nuovi, il Chaharshanbe suri, ossia l’usanza di saltare su dei falò appiccati per l’occasione nel mercoledì precedente al nowruz, e l’Haft sin (le 7 “s”), ossia la preparazione della tavola con principalmente 7 elementi che in Persiano iniziano con la lettera “s” (li vedete nella foto: lenticchia/orzo/frumento, aglio, mele rosse, frutti secchi di oleastro, impasto di orzo germogliato, aceto, bacche di Sommacco). Altri elementi che compongono la scena sono: uova dipinte, uno specchio, candele, monetine, un’ampolla con pesci rossi, dolci tipici, pistacchio, il Corano. Al momento esatto dell’inizio dell’anno nuovo, gli Iraniani si scambiano gli auguri e i regali.
Anche in Iran vige il detto “Se fai qualcosa a capodanno…la farai per tutto l’anno”: se sei cordiale nel nowruz, avrai fortuna per tutto il periodo successivo.
Mentre da noi “l’Epifania tutte le feste si porta via”, in Iran la tavola si sparecchia il 13 di Farvardin, primo mese del calendario persiano.