Ancora a Napoli.
Ancora una volta i bus si vedono costretti ad accogliere e subire episodi di inconsulta violenza.
Un uomo di 49 anni è stato aggredito da una baby gang, a Napoli, mentre viaggiava con altri passeggeri a bordo di un bus della linea R6 dell’Anm.
L’episodio è accaduto in via Modigliani, nel quartiere Pianura.
Il 49enne è stato picchiato a sangue, per futili motivi, da tre giovani che poi si sono dati alla fuga. Il conducente del bus, quando è scattata la rissa, ha fermato il mezzo. Secondo quanto riferisce l’autista, nessuno dei presenti è intervenuto in soccorso della vittima. I passeggeri hanno poi proseguito il viaggio a bordo di un altro bus della stessa linea.
Una vicenda vergognosa che sottolinea l’effettiva e reale minaccia che viaggia insieme ai mezzi pubblici partenopei e che in maniera tanto preoccupante, quanto insensata espone ad un pericolo davvero spropositato la parte sana della cittadinanza, oltre ai conducenti dei bus.
Forti di un’impunità che concorre a rendere legittima la velleità di “alzare il tiro”, le baby gang continuano a sfoderare un’egemonia, sfrontata ed irriverente che, in particolare, palesa una maggiore propensione nel manifestarsi in talune zone topiche della città.
Eppure, un altro aspetto che emerge mediante il pestaggio odierno e che deve fungere da monito parimenti severo sul quale riflettere è l’indifferenza che ha contornato il pestaggio di un uomo, sopraffatto dalle angherie di un gruppo di ragazzini, senza vedersi tendere la mano da nessuna delle persone presenti.
E credere che l’omertosa indifferenza non sia una “colpa” è un errore madornale, perché rallenta notevolmente il processo di recupero di quelle ideologie e di taluni valori, tristemente smarriti, ormai.