Esiste un marcato volto dell’anima del popolo napoletano, quello più magnanimo e generoso, che non vuole e non sa lasciarsi forgiare dalle ostili avversità che scandiscono l’era contemporanea.
“I napoletani so’ e core”: uno dei tanti stereotipi che più o meno fastidiosamente siamo ormai avvezzi a trascinarci dietro. Come una croce ideologica che, talvolta, sa divenire davvero pesante.
Un’umanità che spesso viene infangata perché erroneamente accostata e ricondotta all’altro volto, non di Napoli, ma della società, quello che predilige indossare una maschera scura ed insudiciata dalle peggiori gesta di cui un “essere umano” può e sa rendersi artefice.
Napoli è altro.
La vera essenza che personifica l’umanità puramente ed esclusivamente napoletana è ben altro.
Ed è quella capace di vivere e non sopravvivere, a dispetto di un momento storico in cui la precarietà della vita che inaridisce velleità, umore e conto in banca, renderebbe in un certo qual modo lecito e giustificato il tramonto della voglia di dare.
In un mondo in cui arrivismo ed egoismo sono i temi portanti su cui l’umanità sempre più frequentemente si dimostra incline a radicare modus operandi e forma mentis, a Napoli vive ancora la generosità.
Napoli vive ancora di generosità.
Dopo la vicenda del salumiere di Marigliano, multato per aver regalato un panino ad un bisognoso senza aver battuto lo “scontrino zero”, così come l’intransigente legge in materia impone, ad Ercolano nasce un’iniziativa che sottolinea la capacità dei napoletani di andare controtendenza, tendendosi una mano, tenendosi per mano, quasi a voler comporre una grande e complice famiglia.
Il Bar “Aramar”, difatti, mediante un cartello affisso sulla porta dello stesso locale, comunica che dopo le 20, in quella sede, cornetti, pizzette e dolci verranno regalati ai meno abbienti.
I proprietari del bar, difatti, hanno realizzato che, quel cibo, alla fine della giornata, andrebbe comunque buttato via. Pertanto, animati dal desiderio di aiutare concretamente chi versa in condizioni alquanto critiche, hanno pensato di adoperarli per sfamare chi, di giorno, non disponendo degli spiccioli necessari per acquistare quei pezzi, non può fare altro che contemplarli dall’altra parte del vetro.
Un’iniziativa che funge da monito, esemplare ed ammirevole e che rappresenta un concreto ed iridescente barlume di speranza di sopravvivenza per quei sentimenti che possono aiutare il corpo e l’anima dell’umanità a rimanere a galla.