Marco è un piccolo trequartista della periferia est di Napoli che cerca squadra.
Giovane e talentuoso, ha sostenuto i provini per la primavera della S.S.C. Napoli, ma è stato scartato per via della sua altezza.
Si è allenato con una scuola calcio a Ponticelli fino a un anno fa. Ora gioca sul campo della Chiesa San Pietro e Paolo con la squadra dell’oratorio. Marco cerca tuttora squadra e ancor di più crede nel suo sogno. “Se ci sta la gente che ogni domenica va allo stadio, e si fa pure le trasferte, vuol dire che il calcio è importante. Per me è un sogno e lo è per tanti bambini e ragazzi come me. Ci stanno dei giorni che mi sveglio solo per andare a giocare a pallone.” Passa il tempo libero ad allenarsi sotto casa, tra sacchi d’immondizia e bottiglie usati come pali. La sua specialità sono le punizioni.
Tra le altre cose Marco ha proposto qualcosa che in diverse parti del mondo (e d’Italia) è molto più in voga che a Napoli: una comunità calcistica.
“Ci vorrebbe un posto dove si va un giorno e gli altri che vogliono giocare organizzano una partita. Tu devi solo andare là e chiedere di giocare. Così si fa pure amicizia.” – dice – “Il problema più grande è che qua di campetti ce ne stanno pochi. E quei pochi che ci stanno, fanno un poco schifo.”
Marco si riferisce al campo della chiesa […] che non si presenta al meglio: le porte hanno le reti bucate, il terreno è pieno di buche ed è praticamente impercorribile quando piove.
Marco è solo uno dei tanti ragazzi del territorio che ha espresso questo desiderio, in attesa che qualcuno lasci che si esaudisca.
Altre interviste hanno portato alla luce la voglia comune di un centro sportivo aperto al pubblico sulla linea del Palasport di via Argine, aree verdi per passeggiate domenicali e spazi da vivere in provincia come nel centro città.