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Don Minico – un uomo semplice e genuino come la sua vita, ricordato con estremo affetto da tutti.

Redazione Napolitan di Redazione Napolitan
14 Marzo, 2015
in Da Sud a Sud
0
Don Minico – un uomo semplice e genuino come la sua vita, ricordato con estremo affetto da tutti.
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donminico

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Si è spento a 94 anni il mito delle “quattro strade”, sui Colli San Rizzo. Il suo chiosco, realizzato nel 1956, è ancora punto di riferimento per i messinesi e non solo.

Parliamo di Domenico Mazza, questo il vero nome di Don Minico, un uomo straordinariamente attivo ed intraprendente, che ha saputo trasformare il suo amore per la natura ed il mangiar sano in un’azienda produttiva e punto di riferimento anche sociale.

Agricoltore e viticoltore per passione e poi anche per lavoro, ha saputo portare avanti quei valori che adesso ha ereditato il figlio Paolo, in lacrime colme di dolore per la perdita del padre, testimonianza del grande affetto all’interno di una famiglia che ha saputo custodire i valori più preziosi fino ai giorni nostri.

Messinese di montagna, come pochi esistono. Una vita di lavoro e sacrificio, soddisfazioni genuine nate dalla terra, dalle proprie mani, gli affetti familiari, la “carretta” ferma alle “quattro strade” dei Colli diventata un’azienda, “Don Minico Azienda Agricola” – si legge sul sito dominico.com –  è uno degli ultimi settori in cui Domenico ha messo in pratica il suo amore per la natura ed il mangiar sano.

La “clinica” per star bene con dosi massicce di pane alla disgraziata (pagnotta trasformatasi nel simbolo dell’azienda di Don Minico) e buon vino, “u megghiu postu du munnu”. Negli anni della Guerra, lui classe 1921, fece il garzone di forno nel villaggio di Gesso. Quando si sposò, e dovette mantenere la famiglia, cominciò il suo andirivieni tra monti e mare, con una grossa cesta sulle spalle, portando il pane da Sarrizzo a Messina. Ogni giorno, d’estate e d’inverno, lungo i sentieri battuti dalla Storia, come quello denominato dei Vespri, che ancora oggi arriva proprio alle Quattro Strade.

Prima di proseguire per Messina lungo il sentiero che porta alla Chiesa di Santa Maria della Valle “la Badiazza”, Monastero Normanno e cappella reale ai tempi di Gugliemo II, Don Minico si fermava spesso per riposarsi esattamente nel punto in cui adesso sorge il suo locale.

L’azienda, oggi, vanta anche un allevamento di api con la relativa produzione di miele, pappa reale e propoli, mentre la produzione vitivinicola segue i metodi della millenaria tradizione Eoliana al punto che i vini biologici dell’azienda sono stati inseriti nelle Strade del Vino della provincia dei Messina, giungendo al Vinitaly nel 2010 e di seguito alla BIT di Milano.

Ulteriore motivo d’orgoglio per Don Minico riguarda la realizzazione di un sogno, nell’estate del 2012 riesce ad inaugurare infatti l’ecomuseo del Gusto, una struttura rurale recuperata dall’incuria del tempo e dal degrado e restituita agli antichi splendori.

Domenico Mazza, o Don Minico, come lo chiamavano tutti, è molto più di “quello dei panini”,e se la sua vita è stata così rosea e produttiva per 94 anni, evidentemente il merito è addebitabile anche al suo amore per la sana alimentazione.

Tags: Domenico MazzaDon MinicoMessinapagnotta alla disgraziata
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