HANOI (VN) – Mercoledì 11 marzo, Michele D’Ercole, Presidente della Camera di Commercio Italiana in Vietnam (ICHAM) ha incontrato gli studenti del Dipartimento di Italiano dell’Università di Hanoi (HANU). Il suo intervento, che ha avuto come tema la bilancia commerciale tra Italia e Vietnam, è stato il primo di un ciclo di conferenze di imprenditori italiani che si svolgeranno nel corso dei prossimi mesi e che è stato pensato per avvicinare i giovani laureandi vietnamiti al mondo del lavoro, mettendo in risalto quelle che sono le difficoltà e i punti di forza dei rapporti bilaterali, i requisiti e le competenze richieste dalle aziende ed eventuali opportunità di collaborazione.
Il Dott. D’Ercole ha esordito con una panoramica dei principali prodotti esportati, tra i quali ha ricordato il pepe, il caffè, gli anacardi, il caucciù, il tè e il riso, di cui il Vietnam è leader. Ha accennato agli idrocarburi, ai minerali e al fatto che il petrolio grezzo venga esportato e poi importato lavorato.
In tema di esportazione ha fatto anche un breve riferimento all’industria di trasformazione (principalmente manifatturiera), agli apparecchi elettronici (soprattutto cellulari e computer) e ai prodotti chimici.
Il Presidente dell’ICHAM ha continuato il suo intervento accennando alle negoziazioni che il Vietnam ha in corso con gli USA e con l’UE.
Nel primo caso, si tratta del Trans-Pacific Partenrship (TPP), con il quale gli Stati Uniti, il Vietnam e altri dieci paesi dell’area pacifica intendono disciplinare le tariffe doganali, la libera circolazione, il mercato del lavoro, l’e-commerce e l’approvvigionamento governativo. Nel secondo caso, invece, ha fatto riferimento al Free Trade Agreement (FTA), un accordo tra Vietnam e Unione Europea che si propone di assicurare un ambiente favorevole alle relazioni commerciali e agli investimenti.
Michele D’Ercole ha poi portato l’attenzione degli studenti ai limiti del Vietnam. Nonostante il considerevole aumento delle esportazioni registrato nel 2014, rispetto a quello dell’anno precedente, il paese del Sud-Est asiatico si trova a dover fare i conti con la mancanza di materie prime; quindi, per esempio, mentre risulta essere esportatore di calzature, allo stesso tempo è importatore di pelle e tessuti per la fabbricazione delle scarpe da vendere all’estero.
Il relatore ha proseguito sottolineando l’importanza del business Italia-Vietnam, accennando ad una crescita di quasi il 40% rispetto all’anno scorso; ma se, da un lato, ha affermato D’Ercole, l’Italia spera di bilanciare la situazione vendendo sempre più i suoi prodotti nel mercato vietnamita, dall’altro, Hanoi si aspetta maggior supporto da Roma per quanto riguarda le energie rinnovabili, l’urban planning e il water treatment; i macchinari meccanici, tessili, calzaturieri, medici e chimici.
Il Presidente ha concluso il suo intervento sostenendo che le relazioni bilaterali tra i due Paesi stanno migliorando e che l’Italia, nonostante la scarsa liquidità delle aziende a disposizione per gli investimenti, è il terzo partner commerciale del Vietnam, dopo Germania e Gran Bretagna. La presenza italiana è più forte a Sud, in particolare a Ho Chi Minh city, dove le aziende italiane ricoprono i settori più svariati (turismo, trasporti, minifattura, ecc…).
Il rappresentante dell’ICHAM ha salutato il suo pubblico con la promessa di mobilitarsi affinché i laureandi dell’HANU, in possesso dei requisiti richiesti (padronanza della lingua italiana, dinamicità, precisione, adattamento e amore per il lavoro) possano svolgere dei tirocini nelle aziende italiane che operano in Vietnam.
Giorgia Bassani