In un’epoca in cui la televisione e i computer non erano i protagonisti assoluti delle nostre vite, nelle serate in famiglia, magari mentre si cenava o nelle domeniche in cui si consumava la tradizionale visita dei parenti, era d’uso indottrinare i più piccoli sulle credenze popolari, ritenute dei veri e propri dogmi dai quali trarre insegnamenti per crescere con sani principi.
Napoli, con la sua lunga storia pervasa da leggende e miti, credenze e rituali, è da sempre fonte inesauribile di questi insegnamenti e la più gettonata dalle nonne e che non potevi assolutamente non conoscere, per il bene della casa e della famiglia, era la storia della Bella ‘Mbriana.
Una storia che affonda le radici in un passato molto lontano, fatto di re e regine, principi e cavalieri, di onore e amori negati.
Una bella principessa di un regno non ben precisato, amava non corrisposta un cavaliere dalla fulgida e scintillante armatura, che onorava e glorificava il suo Re ad ogni battaglia. L’amore della principessa era così profondo e assoluto, da accontentarsi di guardarlo senza mai sfiorarlo. Accadde però, un giorno, che il cavallo del giovane condottiero, tornò al regno da solo, purtroppo pur essendo un combattente eroico e indomabile, aveva trovato sul suo cammino, un nemico più forte di lui. Il dolore della principessa fu così violento da farle perdere la ragione creando in lei un vuoto assoluto. Tanto smisurata era stata la disperazione che quando era uscita di senno, la sua pazzia l’aveva condotta a vagare per i vicoli della città, come un’ombra, alla ricerca di qualcosa o di qualcuno che mai trovò. Il re, suo padre, disperato, non sapendo cosa fare, per proteggerla, decise di ricompensare anonimamente coloro che aprivano la loro casa alla sua povera figlia, impietositi dalla sua infelicità.
Nasce così la leggenda di una misteriosa figura femminile, che dimora nelle abitazioni del popolo partenopeo e le protegge.
La bella ‘Mbriana, per il popolo napoletano, rappresenta lo spirito della casa, buon angelo del focolare e portatrice di fortunati eventi.
La derivazione etimologica proviene dal latino “meridiana” e quindi allude ad uno spirito che compare nelle ore più luminose del giorno o che si intravede alla “controra”, ossia nel primo pomeriggio. Di aspetto piacente, regna, controlla e consiglia gli abitanti della casa. Nel corso dei secoli, e ancora oggi, è l’antagonista del munaciello e viene invocata in tutte le situazioni difficili che compromettono la serenità familiare.
In genere, si tratta di uno spirito buono, ma mai offendere la bella ‘mbriana perché può addirittura provocare la morte di uno dei familiari. In passato, per non urtare la sua suscettibilità, si aggiungeva, a tavola, un posto in più per lei, nelle stanze non mancava mai una sedia vuota per farla riposare se era stanca e quando si decideva per un trasloco, si cercava di parlarne fuori casa, in modo da non farle sapere nulla, per non attirarsi le sue ire.
Ancora oggi, le persone più anziane, quelle fedeli alle credenze popolari, in segno di rispetto, ogni qualvolta entrano o escono dalla propria casa, le rivolgono un saluto, dicendo ad alta voce: “Buonasera, bella’mbriana mia ”.
La leggenda della Bella ‘Mbriana, è così radicata nella cultura napoletana che anche il grande Pino Daniele le ha dedicato una famosissima canzone.