Figlio di Napoli e autore della risata garantita, Eduardo Scarpetta, se fosse stato ancora in vita, oggi avrebbe compiuto gli anni. Il prestigioso autore teatrale, nacque infatti il 13 marzo del 1853.
Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del novecento, Scarpetta diventò famoso col suo personaggio ‘Felice Sciosciammoca’. Capostipite del teatro dialettale moderno, con Miseria e Nobiltà, si è guadagnato la fama.
Pochi sanno che la fortunata carriera di Eduardo fu interrotta bruscamente a causa del poeta Gabriele D’Annunzio, che gli intentò causa nel 1904, trascinandolo in tribunale per ben 3 anni. Il commediografo, iniziò la sua attività nel 1857, riuscendo a girare anche alcuni film come la “Musical Film” di Renzo Sonzogno, tratti dalle sue commedie: Miseria e nobiltà, La nutrice, Un antico caffè napoletano, Tre pecore viziose e Lo scaldaletto. Di questi film ci restano solo foto di scena.
Figlio di un funzionario statale, a 15 anni entrò in una compagnia teatrale, contrariando il volere paterno, che desiderava avviarlo agli studi, affinchè proseguisse la sua carriera. Con i primi guadagni Scarpetta aiutò la famiglia che versava in indigenza economica, a causa dei malanni paterni.
Fu Antonio Petito a condizionare il suo futuro di attore., costruendogli addosso il personaggio di Felice Sciosciammocca. Dopo la morte del suo mentore, ambizioso come era, affitta il teatro Metastasio, per poi ritornare al San Carlino, sua vera casa artistica, che rinnoverà a seguito di un prestito di 5.000 lire.
Naturale nella recitazione, fu autore prolifico. Nei testi descriveva la veracità partenopea, la galanteria signorile della Napoli da bene con i suoi paradossi.
La vivacità teatrale trovò corrispondenza nelle molte relazioni amorose che Eduardo ebbe. Sposò Rosa De Filippo da cui ebbe tre figli, Domenico, forse figlio di una relazione della moglie con il re Vittorio Emanuele II, che dopo lui riconobbe; Maria, nata dal rapporto con un’insegnante di musica, poi adottata dalla coppia, e Vincenzo.
Amante delle belle donne, Scarpetta si invaghì di Luisa De Filippo, nipote della moglie, da cui nacquero Eduardo, Peppino e Titina De Filippo. E non finì qui. Unitosi ad Anna De Filippo, sorellastra della consorte, ebbe Ernesto Murolo, padre Roberto Murolo, Eduardo Passarelli e Pasquale De Filippo.
Ritiratosi dalle scene a causa della comparsa del genere della macchietta napoletana, si dedicò alla scrittura di un saggio su Raffaele Viviani. La morte lo colse a 72 anni. Fu imbalsamato e deposto in una bara di cristallo. Le sue commedie hanno però eterna memoria, perché ancora oggi sono presenti nei cartelloni teatrali di tutta Italia.