Giuseppe Petti era un giovane di 32 anni originario di Nocera Inferiore che per motivi lavorativi si era trasferito a Milano.
È lì, a Milano, che nella notte tra sabato e domenica, poco dopo le 3, è deceduto in seguito ad un incidente stradale. Lungo «piazza XXV aprile», strada congiunta al tratto pedonale di corso Como, uno dei centri della vita notturna milanese, mentre in sella alla sua moto, in compagnia di una sua amica di 35 anni, Giuseppe ha percorso la via che lo ha condotto alla morte.
Secondo amici e familiari, i due stavano rientrando a casa, distante appena 400 metri dal luogo dell’incidente, dopo aver trascorso la serata in un locale del capoluogo lombardo, in compagnia di altri amici. Sulla strada del ritorno, il ragazzo avrebbe perso il controllo del mezzo, per cause ancora da accertare, schiantandosi contro lo spartitraffico all’angolo con Porta Nuova.
L’impatto, a giudicare dai rilievi eseguiti dalle forze dell’ordine, è stato tutt’altro che lieve. Attraverso una segnalazione, sono giunte sul posto due ambulanze e un’auto medica, quest’ultima con a bordo un’equipe sanitaria con tanto di attrezzatura specifica. Le condizioni del ragazzo sono apparse subito critiche, a differenza di quelle della ragazza.
L’uomo in codice rosso e la donna in codice giallo sono stati trasportati all’ospedale Niguarda. Poco dopo l’arrivo all’ospedale, per Giuseppe, però, non c’è stato nulla da fare.
Figlio dell’oculista Domenico e di Olimpia Petti (dell’omonimo Mobilificio di Nocera Superiore) dopo la laurea alla Luiss, Giuseppe si era trasferito a Milano e lavorava per la Metroconsult, una società di consulenza operante nel capoluogo lombardo.
È morto così Giuseppe: lungo il buio di una notte maldestra destinata a non abbracciare mai l’alba e che ha sancito il tramonto della sua giovane vita, densa di sogni, infranti dall’impietosa ferocia che si cela lungo l’asfalto.
È così che la strada aggiunge un altro nome, quello di Giuseppe Petti, al suo già fitto e sanguinoso elenco di morte.
È opportuno ricordare, infatti, che secondo i dati resi noti da Aci e ISTAT che seppure il numero degli incidenti stradali in Italia, sta registrando un calo d’incidenza rispetto agli anni precedenti, la nostra penisola seguita a detenere il primato di “nazione in cui si rileva la maggiore insorgenza di incidenti stradali”.
L’Italia è la nazione europea in cui si registra il maggior numero di vittime dell’asfalto.
E non può che destare ulteriore dolore e sconcerto il fatto che tra quei morti, vi siano, tanti, troppi ragazzi. Giovani vite infrante dall’ebbrezza della velocità, dall’inesperienza, da innumerevoli e svariati fattori che tristemente sfociano nel medesimo e cruento epilogo.