Ancora incerto il futuro delle Terme di Stabia e, soprattutto, dei suoi lavoratori. L’esito del concordato è stato rinviato al prossimo 18 marzo e la struttura, dopo essere stata rilevata dalla Centro Laser è ancora chiusa in attesa del completamento del lavori di messa in sicurezza finanziati dalla Regione Campania.
Nel dicembre del 2014, il sindaco Nicola Cuomo, aveva annunciato la sottoscrizione del contratto di gestione temporanea, da parte del Centro Laser e uno spiraglio di luce aveva alleggerito il carico di preoccupazione dei lavoratori e degli abitanti tutti. Ma la situazione non è cambiata, rinvii e ripensamenti, imprevisti e disaccordi, hanno determinato il fermo totale delle trattative e la speranza di una risoluzione positiva della vicenda, sembra essere diventata un’utopia.
Un futuro, dunque, in netto contrasto col passato glorioso dello stesso stabilimento.
Definita Metropoli delle acque per il suo patrimonio idrologico costituito da ben 28 tipi di acque minerali differenti, divise in solforose, bicarbonato calciche e medio minerali, il termalismo ha rappresentato per Castellammare di Stabia fin dal metà dell’Ottocento un tassello importante sia per l’economia che per il turismo.
Le Antiche Terme furono inaugurate nel 1836, ma la loro storia inizia 9 anni prima, quando nel 1827, su progetto dell’architetto Catello Troiano, iniziano i lavori per la costruzione. Le terme ricoprono immediatamente un ruolo fondamentale non solo per i cittadini, ma anche per i turisti, che soprattutto d’estate affollavano la città per le cure presso il complesso termale, che anno dopo anno si andava ampliando con nuove padiglioni e piscine riservati a molteplici cure del corpo. È del 1893 l’apertura del padiglione Moresco ad opera dell’architetto Cosenza. Le terme diventarono non solo un centro benessere ma un vero e proprio polo culturale tanto che nel suo parco venivano organizzavate mostre di pittura, manifestazioni culturali e concerti musicali.
Il 26 febbraio 1956 iniziò la demolizione dell’antica struttura per la costruzione, progettata dall’architetto Marcello Canino, di quella che esiste ancora tutt’oggi. Verso la fine degli anni ottanta il complesso termale entra in crisi a causa della chiusura di buona parte dei servizi offerti, in quanto spostati al nuovo complesso. Oggi le Antiche Terme sono aperte poche ore al giorno solo per permettere la raccolta dei vari tipi di acqua, mentre nel periodo estivo si tengono alcune manifestazioni culturali.
Le Nuove Terme, situate sulla collina denominata del Solaro, nei pressi della frazione di Scanzano, sono state inaugurate il 26 luglio 1964 e si estendono su una superficie di oltre 100 000 m². Questo complesso è composto da due settori: l’edificio dedicato alle cure terapeutiche e il parco per le cure idroponiche. L’edificio per le cure era uno dei più attrezzati e moderni d’Europa: si praticavano fisioterapia, medicina iperbarica, massaggi, fanghi, inalazioni con l’ausilio delle acque solfuree, riabilitazione, cure dermatologiche, cure estetiche e cure ginecologiche. Il parco idropinico invece permetteva di praticare quella che viene chiamata l’idroterapia, ossia bere il tipo di acqua consigliata per la cura di specifiche patologie, passeggiando nel parco. Oltre alla sala dove sono presenti la maggior parte delle acque stabiesi, il parco, era finemente curato e aperto solo durante il periodo estivo, dove veniva offerta una ricca programmazione, sia al mattino, sia la sera, di concerti, cinema all’aperto, mostre e congressi.
Oggi invece è diventata una struttura fantasma, sono trascorsi quasi tre anni dalla sua chiusura eppure sembra un’eternità. L’enorme insegna azzurra è ormai sbiadita dal tempo e dalle intemperie, la sala d’aspetto attende ancora pazienti e clienti e in una delle tante stanze, ricoperta dalla melma, una vasca per l’idromassaggio nuova e mai usata.
Quasi a voler sembrare un monito e una richiesta d’aiuto, su un piccolo armadietto in legno, una piccola targa cita: ” Nessuna azione, per quanto meritoria, giungerà a buon fine se viene svolta in solitudine “.