In occasione dell’8 marzo, Giornata internazionale della donna, Amnesty International lancia un nuovo manifesto per chiedere ai governi di ogni parte del mondo di porre fine ai loro tentativi di controllare e criminalizzare le scelte e la sessualità delle donne e delle ragazze.
Il manifesto della campagna “My Body My Rights” chiede agli stati di rimuovere le barriere all’accesso ai servizi, alle informazioni e alla formazione relativamente alla salute sessuale e riproduttiva e di porre fine alle leggi e alle pratiche che penalizzano tale accesso. Il manifesto descrive i diritti che tutte le donne e le ragazze dovrebbero avere sul loro corpo.
Nonostante un importante accordo sottoscritto due decenni fa a Pechino in materia di uguaglianza di genere, le donne e le ragazze continuano a venire private dei loro diritti sessuali e riproduttivi.
“Sebbene negli ultimi 20 anni decine di stati abbiano messo fuorilegge i matrimoni forzati e le mutilazioni dei genitali femminili, queste pratiche restano diffuse” – ha dichiarato Jessie Macneil-Brown, responsabile della campagna “My Body My Rights” di Amnesty International.
“Le gravi violazioni dei diritti sessuali e riproduttivi delle donne e delle ragazze costituiscono un grande problema contemporaneo. In alcuni paesi, l’aborto è vietato del tutto e le donne sono imprigionate per il mero sospetto di aver abortito volontariamente o aver avuto un aborto spontaneo”.
Il manifesto di Amnesty International chiede agli stati di:
– abolire le leggi che criminalizzano l’esercizio dei diritti sessuali e riproduttivi;
– rilasciare tutte le donne e le ragazze imprigionate per aver voluto abortire o aver avuto un aborto spontaneo, così come coloro che le hanno aiutate;
– garantire l’accesso ai servizi per la salute sessuale e riproduttiva;
– garantire l’accesso a programmi educativi relativi alla sessualità esenti da pregiudizio e basati su prove oggettive, all’interno e all’esterno della scuola;
– prevenire e reprimere tutte le forme di violenza di genere, specialmente contro le donne e le ragazze;
– assicurare che tutte le persone abbiano la parola sulle leggi e sulle politiche che riguardano il loro corpo e la loro vita;
– assicurare che tutte le persone abbiano accesso a rimedi giudiziari efficaci e affrontabili dal punto di vista economico quando i loro diritti sessuali e riproduttivi siano stati violati.
Prendere decisioni sulla propria salute, il proprio corpo, la propria sessualità e la propria vita riproduttiva senza paura, coercizione, violenza o discriminazione è un diritto umano.
Tuttavia l’esercizio dei diritti sessuali e riproduttivi in diversi paesi è controllato da stato, operatori sanitari o dalla famiglia attraverso leggi e sanzioni penali. Le violazioni dei diritti sessuali e riproduttivi si concretizzano in: mancato accesso alle informazioni sulla sessualità e la riproduzione, ai relativi servizi sanitari relativi, e sulla contraccezione; impossibilità di scegliere il proprio partner e se e quando avere figli; mutilazioni dei genitali femminili, gravidanze, sterilizzazioni, aborti e matrimoni forzati. Di fronte a queste continue violazioni, Amnesty ha lanciato la campagna globale
My body my rights, lavorando a contribuire alla modifica di leggi discriminatorie di alcuni paesi, facendo pressione diretta e indiretta sulle rispettive autorità, e portando l’attenzione sui temi della campagna.
Ogni persona deve poter fare scelte libere e informate circa la propria sessualità e riproduzione senza discriminazione, violenze e intimidazioni.
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