Nell’ultimo ventennio, l’usanza di partire alla scoperta di paesi oltreoceano, è diventata un’abitudine radicata, soprattutto nei giovani e nelle coppie in viaggio di nozze. Le agenzie di viaggio, sulla scorta di questa nuova tendenza, propongono ogni sorta di offerta, dal semplice biglietto last minute al tutto compreso. Viaggiare per il mondo è importante oltre che educativo ed è sicuramente il modo migliore per aprire la mente e imparare a conoscere altre realtà, altri popoli, tradizioni e culture, ma quanto conosciamo la nostra cultura, storia, arte e tradizione?
L’Italia, la nostra Italia, è un paese ricco di luoghi incantevoli e di paesaggi suggestivi, dove poter gustare specialità e piatti tipici senza chiedersi quali siano gli ingredienti a noi sconosciuti, dove potersi bagnare nelle acque del Mediterraneo e ammirare un tramonto ricco di sfumature e colori. Tra un viaggio ai Caraibi e un altro in Giappone, si potrebbe, per esempio, inserire una settimana in uno dei luoghi più storici e affascinanti della nostra penisola: la Terra d’Otranto.
La Terra d’Otranto è una regione storico-geografica dell’Italia Meridionale, oggi conosciuta come il Salento. Gli studi e le ricerche effettuati negli ultimi anni, hanno rivelato come il Salento fosse abitato già nel Paleolitico Medio periodo risalente a circa 80.000 anni fa. Utensili in selce, rinvenuti nelle numerose grotte di natura calcarea, tipiche del territorio, dimostrano che l’Uomo di Neanderthal prima e l’Homo Sapiens dopo, siano vissuti in quella zona per molto tempo. Ma le scoperte archeologiche, non si limitano a questo, in altre grotte della penisola salentina, sono state ritrovate statue ossee che dimostrano l’esistenza, già 20.000 anni fa, di culti riguardanti la fertilità. Un’altra testimonianza notevole della preistoria salentina è rappresentata da Delia, un’ominide di sesso femminile scoperto ad Ostuni. L’importanza di Delia è dettata dal fatto che essa conservava in grembo i resti di un feto in fase terminale, diventando quindi la più antica madre della storia di cui si conservino i resti. Questi resti rappresentano i primi consanguinei di cui si ha traccia del Paleolitico e dell’intera storia umana.
Ricca di avvenimenti ed imprese epiche, invasioni e conquiste, battaglie e rese, la storia di questo territorio, si colloca fra le più travagliate e movimentate di tutta la penisola italiana. Tra il serio e il faceto, non manca la componente mitologica: secondo la leggenda, la fondazione di Taranto risale al mito di Falanto. Nella Descrizione della Grecia, trattato storiografico scritto da Pausania nel II secolo d.C., si racconta che l’eroe, figlio di Nettuno, prima di giungere sulle coste pugliesi, fu vittima di un naufragio e venne tratto in salvo da un delfino che lo condusse sulla terraferma.
La moneta tarantina, infatti, offre un’ampia serie di evidenze di quanto fosse radicata la figura del delfino nella società dell’epoca; allo stesso tempo, nella figura d’uomo posta sul dorso del cetaceo che lo ha tratto in salvo, consentendogli di dar vita a una nuova comunità, può essere riconosciuto l’eroe celebrato, seppur con diversi nomi e con differenti accadimenti, nelle varie leggende riconducibili al medesimo archetipo. Il delfino, poi, resta nei secoli a venire, l’icona principale a cui fare riferimento per realizzare stemmi e sigilli, una simbologia a cui ancora oggi è devota la popolazione del territorio.
Lo stemma della Terra d’Otranto fu l’arme adottata per rappresentare l’antica provincia di Terra dì Otranto. Quest’insegna si compone di tre elementi araldici: le Barre d’Aragona in campo d’oro, il delfino e la mezzaluna. Questi elementi trovano la propria genesi nella storia e nella mitologia legate al territorio.
I quattro pali vermigli in campo d’oro costituiscono l’antica insegna della Corona d’Aragona. Presenti anche nello stemma del Regno di Sicilia e nello stemma del Regno di Napoli, a partire, dal regno di Ferdinando I. Le barre d’Aragona sarebbero state scelte, riferisce il Mazzella,storico napoletano del XVI secolo, come segno di gratitudine verso il sovrano per aver “discacciato” gli ottomani.
La mezzaluna o, meglio, il crescente tenuto in bocca dal delfino simboleggia la vittoria sugli ottomani, in quanto simbolo dell’Islam e, quindi, dell’Impero ottomano, viene collocata stretta tra i denti del cetaceo proprio a voler indicare la sconfitta patita dall’invasore a opera del Duca di Calabria.
Otranto, oltre ad essere il capoluogo della provincia, rappresentò per molti anni il centro politico e amministrativo del territorio, ma verso la fine del XII secolo, assunsero notevole rilievo la Contea di Lecce e il Principato di Taranto. Fu proprio con gli Aragonesi, e poi con gli Spagnoli, che Lecce divenne l’indiscussa capitale politica e amministrativa della Terra d’Otranto, diventando anche una delle più ricche e culturalmente vive città mediterranee.
Dopo l’unità di Italia la Provincia di Terra d’Otranto fu chiamata anche di Lecce e il suo territorio fu diviso nei quattro circondari di Lecce, di Gallipoli, di Brindisi e di Taranto. Nel corso del XX secolo, il territorio della storica provincia sarà smembrato con l’istituzione, nel 1923, della provincia dello Jonio e, nel 1927, della provincia di Brindisi.
” Tutta la Terra d’Otranto è fuori di sé. Se n’ è andata chissà dove. È una terra nomade, gira su se stessa. A vuoto.” ( Carmelo Bene )