I ragazzi sono come un’alba, avvolta in un fitto ed indistricabile velo di mistero che rende imprevedibile diagnosticare quale giorno verrà illuminato dal sole.
Nuvoloso, sereno, piovoso, frammisto. Solo “il tempo” può stabilirlo.
Oggi, il sole, su Napoli, ha accolto una giornata di buio pesto.
I ragazzi della Periferia est, quelle realtà “difficili”, dimenticate, degradate, abbandonate. Quelle che conferiscono la piena e “comune” accezione di senso al concetto insito nel termine “periferia”. Quelle che legittimano ed enfatizzano i luoghi comuni e sanciscono bruschi scivoloni in termini di speranza, riscatto e rivalsa.
Quelle che concorrono a rendere l’orizzonte ancor più cupo.
Un 16enne di Ponticelli, un ragazzo come tanti, cascato nel millantatore richiamo insito nel fascino del mare e, come tanti adolescenti sono soliti fare, ha marinato la scuola per concedersi una boccata d’aria lungo gli scogli di Mergellina.
Una procedura espletata almeno una volta nella vita da tutti gli studenti, figli di Napoli, nati e cresciuti a ridosso di quell’incantevole lungomare.
Eppure, un piccolo, ma scottante dettaglio, concorre a rendere tutt’altro che “uguale alla massa” quel 16enne: in tasca aveva una pistola calibro 6,35 carica. In compagnia di tre coetanei, quel 16enne, in prossimità della Villa Comunale è stato notato da una pattuglia della Polizia di Stato.
Alla vista dei poliziotti i quattro minorenni sono fuggiti. Questo ha insospettito gli agenti, che dopo averli bloccati e interrogati hanno scoperto che uno di loro era armato: aveva in tasca una calibro 6,35 con tre proiettili. L’arma aveva la matricola abrasa.
I quattro appartengono tutti a famiglie di incensurati. E questo proietta l’immaginario verso scenari capaci di infliggere una ferita letale nel cuore di un genitore.
Questo l’epilogo di una mattinata che aveva le mendaci parvenze di “un filone qualunque”: il possessore della pistola è stato arrestato e condotto nel centro di prima accoglienza del Tribunale per i minori, ai Colli Aminei, gli altri tre ragazzi sono stati denunciati per concorso in detenzione di arma da sparo.
E non è tutto.
Le immagini consegnate dalla telecamera collocata a bordo di un bus, in sosta nell’area di via Argine, costringe i riflettori a rimanere puntati su Ponticelli.
Il filmato ritrae 5 minorenni, il più giovane dei quali ha appena 13 anni, mentre vandalizzano un bus dell’Anm per noia.
L’episodio risale allo scorso 20 febbraio. Dal video emerge che i cinque si guardano attorno, poi entrano nel veicolo spingendo forzatamente le porte idrauliche. Quindi vedono un estintore, lo prendono e cospargono di schiuma antincendio tutto l’autobus, rendendolo inservibile. Tranne il 13enne non imputabile, gli altri quattro non sono più incensurati. I carabinieri li hanno denunciati a piede libero alla Procura presso il tribunale per i minorenni di Napoli. Il viaggio lungo gli eccessi dettati dai disagi adolescenziali dei ragazzi che pullulano nelle periferie partenopee, termina addentrandosi nell’hinterland torrese.
A Torre del Greco, difatti, si apprende che due ragazzi di 16 anni, di appena 16 anni, erano già parte integrante di un’associazione camorristica armata, dedita al traffico e allo spaccio di droga.
Dopo le formalità di rito, uno dei due giovani è stato portato nel carcere minorile di Nisida mentre l’altro è stato condotto presso una comunità di recupero.
Un giorno, senza tramonto e senza alba, condito da un convinto e minaccioso vento di bufera, si appresta a volgere al termine.