Napoli ha ricordato e commemorato il grande regista napoletano Francesco Rosi con una giornata a lui dedicata dal Comune di Napoli, promossa dal Sindaco Luigi de Magistris e dall’assessore alla cultura Nino Daniele.
La cerimonia commemorativa del regista scomparso lo scorso 10 gennaio si tenuta alla presenza del Sindaco di Napoli Luigi de Magistris, di Carolina e Massimo e di Luca De Filippo, al Maschio Angioino nella storica Sala dei Baroni, luogo simbolo di uno dei più significativi film del regista: Le mani sulla città.
Nel corso della mattinata è stato proiettato “Citizen Rosi omaggio ad un grande maestro di cinema” a cura di Arci Movie– montaggio Giovanni Bellotti – con l’introduzione al video affidata a Roberto D’Avascio, Presidente di Arci Movie Nel pomeriggio alle ore 16 presso l’Aula Magna storica dell’Università Federico II, al corso Umberto I 40, si è tenuto un convegno, voluto dal Rettore Gaetano Manfredi e dal direttore del Dipartimento di Architettura Mario Losasso, dal titolo “Da Le Mani sulla città alla Napoli contemporanea” evento coordinato da Alessandro Castagnaro.
In sala, tra i tanti Mario Martone, Giuseppe Tornatore, Roberto Andò, Raffaele La Capria. Rosi, ha sottolineato la figlia Carolina, visibilmente commossa, lascia «film che sono testimonianza attiva del suo essere cittadino e regista, ancora attuali, perché se chiudi gli occhi e li riapri nulla è cambiato, hanno lasciato un traccia e questo lo renderà indimenticabile». Pellicole indelebili come “Le mani sulla città”, “Il caso Mattei”, “Salvatore Giuliano” solo per citarne alcune tra le fondamentali sulla Storia ancora non scritta di questo Paese, che hanno affrontato i temi della speculazione edilizia, della criminalità trasversale, nell’ombra di pezzi dello Stato, dando al pubblico «la forza, l’autorità di poter immaginare la verità» come è stato evidenziato dal regista Premio Oscar Giuseppe Tornatore.
Un regista scomodo, per l’attidudine a mettere il cinema al servizio della giusta cronaca al punto che nemmeno nella Notte degli Oscar c’è stato spazio per Rosi nella tradizionale rubrica alla memoria.
Un maestro ma anche «un padre – ha affermato Martone – in virtù della sua statura e grandezza», dal quale molti registi delle generazioni successive «hanno appreso tantissimi elementi che fanno parte della nostra formazione». Una grandezza – ha rimarcato De Filippo – evidenziata anche da una elegante «umiltà», la stessa con cui Rosi si è accostato alle commedie del grande Eduardo negli ultimi anni della sua vita.
E oggi Napoli, su iniziativa del Comune e dell’Università Federico II, ha voluto rendere omaggio a questo «figlio» anche attraverso il conferimento della medaglia della città e di una targa a ricordo «della sua immensa e ineguagliabile arte». «Rosi – ha sottolineato il sindaco Luigi de Magistris consegnando la targa alla figlia del regista, Carolina – è stato precursore dell’impegno civile attraverso il cinema, un intellettuale che ha analizzato e ha avuto il coraggio di raccontare il Sud e Napoli attraverso un racconto di sofferenza, denuncia ma anche appassionato».
La giornata, dedicata al regista scomparso, vuole porre l’attenzione sul valore storico che ha assunto l’opera del Maestro Rosi nella lettura delle trasformazioni urbane degli anni ’60 a Napoli e in Italia e quanto tale documento possa rappresentare uno strumento di analisi per lo sviluppo della città contemporanea.