Lo scorso 31 gennaio la 21enne Bobbi Kristina Brown, figlia della celebre cantante Whitney Houston, era stato trovata priva di coscienza nella vasca da bagno della sua abitazione: da allora la vita della giovane, in coma, è legata letteralmente ad un filo, quello dei macchinari.
Il destino di Bobbi sembra spaventosamente simile a quello di sua madre: “The Voice” venne trovata morta nella vasca da bagno di un hotel a Beverly Hills nel 2012, quando annegò a seguito dell’assunzione di una massiccia dose di droghe.
Sul caso della Brown invece non sono stati forniti molti dettagli, tranne il fatto che non si fosse mai ripresa dal trauma della perdita di sua madre e che negli ultimi tempi abusava di ansiolitici, cocaina, eroina ed alcolici. Gran parte delle notizie messe in circolazione invece si sono rivelate false: il New York Post riportò addirittura della morte cerebrale della ragazza, subito smentita dai familiari.
Ultimamente da oltreoceano arrivano novità non troppo incoraggianti a riguardo: i medici hanno risvegliato temporaneamente Kristina dal coma, “per vedere se ci fossero miglioramenti e cosa la paziente fosse in grado di fare da sola” -ha dichiarato il professor Ramesh, ma la figlia di Whitney Houston ha avuto delle forti crisi epilettiche.
I risultati, diversi da quelli sperati, hanno costretto il docente di neurochirurgia della Georgia Regents Univesity Ramesh e la sua equipe a sottoporre nuovamente Bobbi a coma farmacologico. Ancora oggi non si conosce la gravità dei danni provocati al corpo della 21enne dall’incidente.