Quello che ci siamo lasciati alle spalle è un week-end che ha accolto una vicenda che scrive una delle pagine più tristi della storia del nostro Paese e che vede, ancora una volta, con quasi certa probabilità, primeggiare la criminalità sulla giustizia, contro la giustizia. Un eterno braccio di ferro, una lotta ad armi impari, come tutte quelle in cui l’avversario si avvale di condotte scorrette e di metodi violenti per perseguire “la vittoria”.
“La vittoria della criminalità”, stavolta e con quasi certa probabilità, si chiama Federico Bisceglia: 45 anni, pubblico ministero della procura di Napoli Nord, morto sul colpo in un incidente stradale avvenuto sabato notte sull’autostrada A3, nei pressi di Castrovillari, in provincia di Cosenza.
La Terra dei Fuochi, gli appalti per la , i rifiuti tossici a largo di Capri, la morte della piccola Fortuna: queste alcune delle inchieste di cui si è fin qui occupato, quello che era e che non sarà più il sostituto procuratore di Napoli.
Da qualche tempo nella Procura di Napoli Nord, per effetto del lavoro di cui sapeva e voleva rendersi autore, Bisceglia era uno stimato magistrato impegnato in diversi filoni legati ai rifiuti e alle violazioni ambientali, di cui in più occasioni aveva discusso in incontri con studenti e cittadini. Tra le ultime indagini, quella relativa alla morte della piccola Fortuna Loffredo, la bimba di 6 anni che precipitò dal balcone nel Parco Verde di Caivano, dopo aver subito violenze sessuali, vicenda che aveva particolarmente scosso l’opinione pubblica e le cui evoluzioni erano seguite con partecipata attenzione.
Nell’impatto, avvenuto intorno a mezzanotte, è rimasta ferita anche una donna, portata subito all’ospedale di Cosenza. Entrambi si trovavano a bordo di una Lancia K che, per cause ancora in corso di accertamento, si è scontrata con le barriere laterali in un tratto rettilineo non interessato da lavori di ammodernamento, finendo fuori strada dopo alcuni testacoda. Sul posto sono intervenuti gli agenti della polizia stradale, i vigili del fuoco e il 118. L’autostrada, secondo quanto riporta una nota dell’Anas, è rimasta chiusa fino alle 5,00 del mattino, al termine della messa in sicurezza del tratto e la conclusione dei rilievi delle forze dell’ordine.
La Procura di Castrovillari ha disposto l’autopsia per accertare le dinamiche dell’incidente, dopodiché si svolgeranno i funerali a Catanzaro, dove Bisceglia stava rientrando per andare a trovare i familiari.
Le ipotesi e le interpretazioni alle quali si presta l’incidente stradale ben si plasmano ad accogliere talune ombre di sospetti che trovano triste ed effettiva legittimità nelle dichiarazioni dell’oncologo del Pascale, Antonio Marfella, stretto collaboratore di don Maurizio Patriciello, in prima linea nella lotta ai roghi e agli sversamenti illegali di veleni.
Dopo aver appreso della morte del magistrato, Marfella sulla sua pagina Facebook ha postato un messaggio alquanto allarmante: l’ormai anch’egli fresco defunto Carmine Schiavone, il pentito dei casalesi che per primo vent’anni fa rivelò l’interramento di veleni in Campania, avrebbe avvertito, nei mesi scorsi, il medico e il sacerdote di Caivano di «stare attenti agli incidenti stradali».
Questo il messaggio pubblicato dal dottor Marfella: «La notizia di oggi dello schianto in autostrada del magistrato Bisceglia con il quale ho collaborato, non solo mi schianta dal dolore ma mi obbliga al terrore in considerazione del messaggio preciso che ho ricevuto in occasione dell’incontro con il pentito Schiavone insieme a padre Maurizio…sono stato “avvisato” da Carmine Schiavone ad essere particolarmente attento ad “incidenti stradali” come gia’ capitato ad un altro mio referente ed amico: il generale Gennaro Niglio».
«Ora ho davvero paura» conclude Marfella.
È sul significato, sul potere e sul peso del termine “paura” che in queste ore dovremmo sentirci in qualche modo obbligati a riflettere.