“Credesi che la marina da Reggio a Gaeta sia quasi la più dilettevole parte d’Italia; nella quale assai presso a Salerno è una costa sopra il mare riguardante, la quale gli abitanti chiamano la costa d’Amalfi, piena di picciole città, di giardini e di fontane e d’uomini ricchi e procaccianti in atto di mercatantia sì come alcuni altri. Tralle quali cittadette n’è una chiamata Ravello“.
Con queste parole il novelliere Giovanni Boccaccio si apprestava a descrivere l’eccelsa bellezza di Ravello: paradiso in terra, fiore all’occhiello della costiera amalfitana, incanto pittoresco collocato a strapiombo sul mare. L’etimologia del nome “Ravello” si lega tradizionalmente alla parola latina rebellum ed indica la ribellione che la cittadina attuò contro la limitrofa Amalfi.
Sin dai tempi antichi, Ravello, con la sua magica atmosfera e il suo inebriante spettacolo naturale, ha attirato l’ interesse di nobili ed eccelse personalità che colpite dalla bellezza di un tipico locus amoenus virgiliano hanno realizzato all’ombra dei suoi alberi i più grandi capolavori.
Ravello, patria della cultura e della musica, inoltre, ospita le più belle ville d’Italia che da anni sono diventate meta di turisti provenienti da ogni parte del mondo. Tra le più importanti e maestose viene menzionata senza dubbio Villa Rufolo.
Un edificio che sorge nel cuore del paese e guarda al Duomo nella piazza del Vescovado. In origine, la villa apparteneva alla potente e ricca famiglia dei Rufolo, per poi diventare proprietà di altre famiglie influenti del tempo. L’edificio, si compone, di una struttura principale che comprende una capella e un suggestivo salone. Sulla sinistra, invece, spicca per maestosità la torre maggiore, mentre, sulla destra, vi è il chiostro moresco che viene ritenuto dai più un vero e proprio gioiello architettonico. Ma lo splendore di Villa Rufolo, si lega soprattutto al tanto rinomato giardino, diventato per antonomasia il piccolo pezzo di paradiso del celebre musicista Richard Wagner.
La villa, negli ultimi tempi, era stata sottoposta ad intensi lavori di restaurazione, ma fortunatamente, lo scorso 28 febbraio ci è giunta la notizia ufficiale del termine della prima parte della manutenzione. E’ stata finalmente ultimata la strabiliante scala “escheriana”, così denominata in onore del noto grafico ed incisore olandese, Maurits Cornelis Escher, ospite tempo addietro della bella Ravello. La gradinata, realizzata in acciaio, alta circa trenta metri, donerà l’opportunità ai visitatori di godere al meglio dell’incantevole paesaggio circostante. Inoltre, è stato annunciata anche la realizzazione di un museo verticale della torre maggiore, che custodirà il passato glorioso della cittadina.