Per bullismo si intendono tutte quelle azioni di sistematica prevaricazione e sopruso messe in atto da parte di un bambino/adolescente, definito “bullo” (o da parte di un gruppo), nei confronti di un altro bambino/adolescente percepito come più debole, la vittima.
Per quanto riguarda la manifestazione degli atti di bullismo si può affermare che la scuola è senza dubbio il luogo in cui questi si manifestano con maggiore frequenza, soprattutto durante i momenti di ricreazione, e nell’ uscita da scuola. Per questo, le vittime, rimproverati e rimproverandosi continuamente di “attirare” le prepotenze dei loro compagni, perdono sicurezza e autostima. Questo disagio può influire sugli aspetti più importanti degli adolescenti, segnandone persino i legami e i rapporti sociali nel corso della vita.
Riconducibile al fenomeno appena descritto, ciò che è accaduto a Genova: una vera e propria esecuzione affidata a una persona estranea alla questione, avvenuta in un luogo pubblico, perché sia anche di monito agli altri.
Abominevole, ma reale. L’esempio da cui nasce tutto questo è piuttosto comune, arriva dall’ambiente della scuola, uno dei teatri principali, come è stato anticipato prima, dell’esplicarsi di tale fenomeno.
La ragazza in questione, vittima di bullismo, è stata documentata, sadicamente registrata con un telefonino. Il video, ormai di dominio pubblico, è stato registrato da una ragazza di 16 anni, con la quale la vittima aveva avuto un diverbio: «Quando sono arrivata ai giardinetti di villa Rossi pensavo di trovare solo lei e invece è spuntata fuori quell’altra, la sua amica, che qui tutti temono – ha detto agli inquirenti – Ho capito di essere nei guai. È stato terribile: non riuscivo nemmeno a parare i colpi. Arrivavano da tutte le parti: calci, pugni, schiaffi. Sono stata pure presa a morsi».
Una scena raccapricciante, a cui hanno assistito diverse persone: «Sentivo ridere. C’erano diversi ragazzi tutto intorno: pensavo che qualcuno sarebbe intervenuto. Purtroppo non è andata così. Per un tempo che mi è sembrato infinito mi sono trovata in balia di una furia. Completamente indifesa, sola. Sentivo solo dolore. Ero confusa, terrorizzata. Non sapevo proprio che cosa fare per uscire da quella situazione».
La violenza è andata avanti per più di 8 minuti e questa è la durata del video del pestaggio, diffuso all’intera comunità di adolescenti sestresi in spregio alla vittima.
La fine di questa vera e propria esecuzione, è arrivata grazie all’intervento di un 17enne, ma non si tratta di una fine definitiva poiché la povera ragazza è stata aggredita anche all’esterno dei giardini pubblici, mentre cercava di allontanarsi e di raggiungere casa.
«Appena quella ha smesso di farmi del male sono scappata. Volevo solo mettermi al sicuro. E abbracciare mia madre». Tanta violenza, solo per una parola di troppo: «È assurdo: forse avevo esagerato quando avevo litigato con quella ragazza, ma non mi sarei mai aspettata una reazione del genere. Non potevo immaginare che sarei caduta in un agguato». E adesso a Sestri non si parla d’altro: «Sono senza parole – dice una amica della vittima – Le ragazze che hanno organizzato tutto questo conoscono bene Sara. Qui ci conosciamo tutti … Come è possibile fare del male a una persona che frequenti da sempre? Che senso ha tutto questo?».
Il senso di tutto questo, purtroppo non è facilmente individuabile dalla maggior parte delle persone aventi un minimo di buonsenso e civiltà.
Questi fenomeni, in forte crescita, non devono essere sottovalutati.
Chi colpisce si sente onnipotente, sa di essere forte e crede di avere il diritto di picchiare, si autogiustifica pensa, addirittura, di aver fatto un favore a un’amica; l’atto viene filmato perché deve essere esibito in una compiaciuta dimostrazione di potenza.
L’eventuale punizione non è prevista: semplicemente, non si ipotizza che il video, come è accaduto, possa arrivare alla polizia, che possa esserci una denuncia, conseguenze. Quella avvenuta in un parco genovese non è una lite, è una vera e propria esecuzione. Chi colpevolizzare per l’accaduto? Le famiglie di questi ragazzini violenti? Gli insegnanti che spesso sottovalutano determinati comportamenti? La società in generale? Non credo esista una risposta a questa domande, resta solo lo sgomento e il senso di disorientamento nei confronti di questi ragazzi, protagonisti di simili vicende.