Roma- Coldiretti (Confederazione Nazionale Coltivatori Diretti) lancia l’allame: “le importazioni dell’olio di palma sono aumentate del 19%”. Un dato preoccupante per gli effetti che questo grasso di origine vegetale ha sulla salute umana e per i disagi che provoca all’ambiente la sua estrazione.
“L’olio di palma per il basso costo e la scarsa informazione tende a sostituire grassi piu’ pregiati praticamene ovunque ed anche in alimenti per bambini come biscotti, merendine, torte e addirittura nel latte per neonati “. Secondo gli esperti, l’olio di palma raffinato, dato il suo alto contenuto di grassi saturi (soprattutto acido palmitico), aumenta l’incidenza di malattie cardiovascolari. Ciò accomunerebbe, dal punto di vista nutrizionale, l’olio di palma al comune burro (grasso di origine animale, anch’esso costituito dal 50% di grassi saturi). Inoltre, l’alta percentuale di grassi saturi, renderebbe entrambi molto utilizzati nell’industria per la loro solidità a temperatura ambiente. Dunque, non si fugge: bisogna limitare anche il consumo di alimenti a base di olio di palma, prestando molta attenzione alle etichette dei prodotti .
Continua Coldiretti: ” l’enorme sviluppo del mercato dell’olio di palma sta portando al disboscamento selvaggio di vaste foreste senza dimenticare l’inquinamento provocato dal trasporto a migliaia di chilometri di distanza dal luogo di produzione“. Proprio grazie all’impegno di questa confederazione, su tutte le etichette è necessario specificare di che tipo di olio si tratta: non basta più l’etichetta generica di “ olio di origine vegetale”.
Le lobby internazionali agevolano la diffusione dell’olio di palma. In tal senso, è emblematica la decisione Europea di ricorrere all’organizzazione mondiale del commercio (WTO) per limitare alcuni dazi di importazione della Russia, ritenuti eccessivi per diversi prodotti tra i quali l’olio di palma. Una decisione paradossale se si pensa che soprattutto l’Italia è la patria dell’olio d’oliva, considerato “l’oro della nostra terra”.