Quando si parla di spreco alla miseria , di finanziamenti pubblici “ bruciati ” e di opportunità lavorative inesistenti, forse non ci si rende conto del reale ed effettivo significato insito nell’uso di queste affermazioni. Napoli, così come tante altre metropoli, nasconde dietro la romantica facciata del sole, della musica e della sfogliatella, una realtà a dir poco incresciosa.
Prendiamo ad esempio, il caso di un quartiere di periferia: Rione Luzzatti-Gianturco.
Il Rione in questione è molto grande e potrebbe diventare grande anche in termini di positività, se solo l’amministrazione comunale, la municipalità, la Regione e tutte le altre autorità competenti, dessero la possibilità a chi lo richiede, (e la richiesta è stata inoltrata più volte e senza esito) di riutilizzare tutte le strutture e i terreni in disfacimento, le costruzioni terminate e non utilizzate e tutti quei vecchi edifici ridotti in macerie che nel tempo sono diventati dei veri e propri monumenti del degrado. Insomma delle potenziali risorse che, chissà per quali futili motivi, vengono negate.
L’immagine sottostante è una ripresa dall’alto del Rione, effettuata grazie ad un satellite e ha consentito di individuare un terreno di dimensioni davvero notevoli, abbandonato a sé stesso da oltre un ventennio e che si trova in Via Emanuele Gianturco, alle spalle dell’oratorio della storica Chiesa Sacra Famiglia. Per un lungo periodo è stato occupato da un accampamento di Rom, fino a quando, un incendio doloso, non lo ha ridotto in cenere. Inutile specificare la dispersione incontrollata di diossina e di atri agenti inquinanti che ne è derivata. L’idea degli abitanti del rione, sarebbe quella di trasformarlo in un piccolo polmone di verde o un giardino attrezzato o una qualsiasi altra realtà che non sia sinonimo di degrado.
Nelle foto successive, invece, è ritratto quello che per l’intero quartiere rappresenta un vero e proprio pizzico al cuore: l’ex Cinema Rivoli, sito in Piazza Francesco Coppola. La struttura, oggi fatiscente e pericolante, vanta, però, un passato glorioso. Abbandonato a sé stesso, da oltre 30 anni, era una volta, un luogo simbolo del rione, un punto di incontro per giovani e meno giovani e sede di assemblee, conferenze e riunioni.
Un articolo di un quotidiano intitolato ”Lotta Continua”, datato 22 novembre 1974 , descrive l’assemblea sindacale, svoltasi proprio nei locali del Cinema Rivoli. Più o meno nello stesso periodo, le famiglie andavano a quel cinema per vedere ” Per un pugno di dollari ”. La storia di questo edificio è stata sempre burrascosa: incendiato e riaperto per due volte negli anni ’80, fu poi chiuso e abbandonato per sempre al suo destino. Nelle visioni utopiche degli abitanti, lo si immagina ristrutturato e portato al suo antico splendore, non più come cinema, ma come laboratorio polifunzionale, dove creare officine di arte e mestieri ormai dimenticati, da insegnare e sviluppare con i ragazzi del quartiere.
Ed ora passiamo ad una nota dolente… anzi dolentissima! Nelle tre foto sottostanti viene ritratto il Palazzetto dello Sport costruito dall’amministrazione Iervolino, alla fine di Via Emanuele Gianturco, presso l’imbocco del raccordo autostradale. Si tratta di una costruzione futuristic, o quanto meno lo era, terminata e pronta all’utilizzo… poi senza un vero motivo né una spiegazione è stata lasciata in balia delle intemperie, degli animali e del passare del tempo. Un autentico ed insensato sperpero di denaro. E non solo in termini economici, ma soprattutto in relazione ai benefici che avrebbe potuto portare al quartiere, al personale che avrebbe potuto lavorare, ai ragazzi che avrebbero potuto lavorare allo sviluppo di attitudini alla pratica sportiva in una struttura ubicata nel loro quartiere. Invece no. Quello che nelle intenzioni doveva essere un plesso sportivo, nei fatti personifica un mostro fatiscente che ospita ratti, rifiuti e spacciatori.
Proprio accostato al “geniale mostro di cemento”, giace un altro edificio abbandonato, di natura sicuramente diversa: una sorta di casina rustica, con tanto di terreno adiacente, ma si tratta di una costruzione molto più antica che sicuramente avrà avuto una funzione abitativa. Non abbiamo idea di cosa e di chi fosse in passato, fatto sta che è lasciata lì a marcire da almeno un trentennio. Oggi spesso utilizzata come discarica abusiva, resta in attesa di un miracolo.
Spostandoci verso l’incrocio di Gianturco, croce e delizia di tutti gli automobilisti, troviamo un’altra grandissima struttura lasciata al suo indegno destino: l’ex deposito della Nettezza Urbana (oggi ASIA). Quello che evidenzia la foto frontale è lo stato pietoso in cui è ridotto, mentre la foto del satellite, ancora una volta, consegna la dimensione reale di uno spazio enorme sprecato che continua a rimanere inutilizzato da oltre 25 anni.
Il nostro tour termina con una chicca, un autentico “fiore all’occhiello” che si raggiunge percorrendo tutta Via Vesuvio, si accede ad una rotonda, Piazza Arabia, dove giace l’ex Macello. E’ trascorso almeno un ventennio da quando è stato chiuso e tutto è rimasto invariato. Per anni, gli abitanti del quartiere, hanno subito subito gli effluvi delle carcasse in decomposizione che solo per effetto del confluire del tempo si sono affievoliti, non di certo grazie ad un intervento di bonifica da parte delle autorità, ma solo a causa delle abbondanti piogge che con relativi allagamenti e inondazioni, – di cui il Rione Luzzatti è sempre e ancora vittima – hanno paradossalmente ripulito il terreno incriminato.
Il viaggio nei confini di questo quartiere è terminato lasciando giungere intelletto ed anima sul ciglio di innumerevoli e frammiste riflessioni/considerazioni. Soprattutto se si pensa che abbiamo analizzato un solo ed unico quartiere… quanta fatiscenza, disuso e spreco si nascondono lungo l’intera città?