Boscoreale,località a nord di Pompei posta alle pendici del Vesuvio, è identificata da molti studiosi come il Pagus Augustus Felix Suburbanus. Per la sua fertilità fu abitata fin dalla protostoria e rioccupata dopo l’eruzione del 79 d.C. In età romana furono costruite in questa zona ville e fattorie dedite alla coltura della vite, dell’ulivo e di cereali.
Le prime frammentarie opere di scavo dopo l’eruzione del 79 d.C. che si tennero a Boscoreale risalgono alla metà del 1700.Dopo questo primo periodo, per oltre un secolo Boscoreale non fu interessata da importanti ritrovamenti archeologici, fino al 1876 quando iniziò una seconda fase di scavi che portò alla luce una trentina di ville rustiche. Si trattò soprattutto di di esplorazioni atte a recuperate suppellettili e decorazioni esposti tuttora in musei come il Louvre e l’Archeologico Nazionale di Napoli.Altre piccole ville vennero esplorate e spogliate delle loro decorazioni e suppellettili fino al 1928 quando la zona di Boscoreale cadde nuovamente nel dimenticatoio: tutte le costruzione furono nuovamente seppellite.
Ad oggi l’unica villa visitabile è Villa Regina, che risulta essere anche completamente ricostruita e restaurata, anche a seguito dell’inauguirazione, nel 1991, dell‘Antiquarium di Boscoreale, posto a suo ridosso e di cui è parte integrante nel percorso di visita e che accoglie i reperti ritrovati durante l’opera di scavo.La villa rustica, che prende il nome della località in cui è stata rinvenuta e che faceva della produzione di vino la sua attività principale, è composta da vari ambienti disposti sui tre lati di un cortile scoperto che ospita la cella vinaria con 18 otri infossati (dolia).
Tra gli ambienti della villa, in cui si conservano alcuni calchi degli infissi in legno di porte e finestre, sono visibili: un ampio porticato che delimita il cortile scoperto; un vano utilizzato come deposito e temporanea cucina ed in cui si rinvennero gran parte delle suppellettili della villa, disposte su scaffalature e in un armadio, il torcularium con i resti del torchio ligneo, la vasca di premitura ed il contenitore per la raccolta del mosto.
La villa, che presentava anche un piano superiore, è databile nel suo impianto originario al I sec. a.C. e fu ampliata successivamente. Nel portico venne ritrovato durante lo scavo un carro da trasporto (plaustrum), di cui restano evidenti, in una stradina adiacente alla villa, i solchi lasciati dalle ruote nel terreno.
Il piano di calpestio dell’area circostante la villa è costituito dal terreno agricolo del 79 d.C., che conserva le tracce delle antiche coltivazioni e di cui sono stati eseguiti i calchi delle radici di vite. Accanto ad esse sono state ripiantate le viti per la ricostruzione dimostrativa dell’impianto del vigneto.
Lungo le pareti dello scavo la stratigrafia del terreno mostra chiaramente la successione dei depositi di materiale piroclastico determinati dall’eruzione del 79 d.C. che causò la distruzione della piccola fattoria.