PADOVA – Percosse, maltrattamenti, vere e proprie torture contro una bimba di appena 4 anni. Sua figlia.
Con questa accusa i carabinieri di Este (Padova) hanno arrestato un uomo per maltrattamenti nei confronti della figlioletta.
I carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Este hanno arrestato un 30enne di Merlara, le indagini, avviate dopo il riscontro di strane ecchimosi sul corpo della piccola nel corso di una visita medica, hanno portato alla tragica scoperta che il padre picchiava con schiaffi e calci la bambina; a una richiesta di spiegazioni, i genitori non avrebbero dato risposte ritenute sufficienti, quindi erano stati avvertiti i carabinieri i quali hanno portato alla luce un quadro che puntava l’attenzione sul comportamento del padre verso la piccola.
L’attività dei carabinieri, infatti, ha permesso di attribuire all’uomo un comportamento violento e minaccioso nei confronti della figlia. In diverse occasioni le ha dato schiaffi e calci anche alla testa, in un episodio la bambina è stata addirittura colpita con un manico di scopa in ferro. Episodi agghiaccianti.
Ma purtroppo non è solo la violenza fisica a fare di quest’uomo un mostro, c’erano anche le minacce, la violenza psicologica esercitata sulla piccola, tale da generare terrore e sottomissione nella figlioletta di soli 4 anni.
In un caso, accertato dai carabinieri, la bambina doveva rimanere immobile, seduta in silenzio a guardare la televisione, con la minaccia di romperle un piatto in testa se non avesse ubbidito. L’indagine è stata coordinata dal pm rodigino Davide Nalin, che ha richiesto ed ottenuto dal Gip Carlo Negri l’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Il padre violento è attualmente trattenuto presso la casa circondariale di Rovigo.
Le indagini sono ancora in corso al fine di definire tutti i dettagli di questa brutta vicenda. Lo scenario fin’ora emerso delinea uno stato di violenza psicologica continua e costante a discapito della figlia; nello specifico si fa riferimento alla violenza subdola di un uomo che può dirsi padre solo biologicamente. Ad aggravare la sua posizione, una violenza sempre comunque “controllata” in modo da non attirare l’attenzione di altre persone.
La piccola, infatti, non sarebbe mai stata colpita al volto, né i segni delle presunte percosse sarebbero mai stati particolarmente evidenti. Il caso è seguito anche dal personale dei Servizi Sociali del comune di residenza.
La vicenda sarebbe maturata all’interno di una famiglia con qualche problema, ma non in un quadro di degrado sociale. Non a caso, statisticamente parlando, le violenze in famiglia avvengono in tutti i ceti sociali. Ancora troppi bambini vengono maltrattati dai loro genitori e anche se è inevitabile provare orrore di fronte ai loro atti, il fatto di conoscere di più sul modo in cui sono giunti a comportarsi così violentemente questi uomini, divenendo vere e proprie bestie, spesso evoca compassione piuttosto che biasimo.