L’ennesimo dramma si è consumato mercoledì sera a Cassola, nel Bassanese. Un ragazzo 23enne avrebbe atteso l’arrivo del convoglio e si sarebbe lasciato investire. Alla base del tragico gesto, una delusione d’amore.
Dopo aver inviato un messaggio d’addio ai propri genitori, il giovane ragazzo avrebbe trovato il coraggio di gettarsi sotto il treno. Il padre e la madre del 23enne, non vedendo rientrare il figlio e preoccupati per il messaggio ricevuto, hanno avvisato i carabinieri che hanno avviato le ricerche.
A trovarlo privo di vita, invece, sono stati gli operari della ferrovia poco prima della mezzanotte di mercoledì. Il giovane , secondo la ricostruzione dei fatti, avrebbe parcheggiato la sua auto a poca distanza dal passaggio a livello e poi avrebbe raggiungo i binari dove è finito sotto un treno merci.
Lungo i binari, all’altezza di via Bressan, mentre alcuni tecnici erano impegnati in normali interventi di manutenzione della rete, hanno trovato il corpo senza vita. Hanno dato l’allarme e sono quindi intervenuti un’ambulanza del San Bassiano, una pattuglia dei Carabinieri e la Polizia ferroviaria di Mestre.
Proprio gli agenti della polfer hanno identificato la vittima: un ragazzo di appena 23 anni, residente a Riese Pio X, che nel corso della serata ha inviato un sms di addio ai famigliari.
La giovane vittima, secondo le ricostruzioni delle forze dell’ordine, sarebbe stata investita da un convoglio di passaggio pochi minuti dopo le 22 tra Bassano del Grappa e Treviso, nei pressi del passaggio a livello di San Zeno di Cassola. Il macchinista non si sarebbe accorto della presenza del giovane, il cui corpo sarebbe stato rinvenuto solo qualche minuto dopo da alcuni tecnici.
Questa tragedia rappresenta l’ennesimo fatto di cronaca; basti pensare che solo qualche giorno fa si era tolto la vita uno studente coneglianese di soli 15 anni.
Fare prevenzione non è semplice, ma la famiglia e la scuola dovrebbero esercitare una stretta azione di controllo se un adolescente manifesta anche deboli segnali di disagio, nonostante nella maggior parte dei casi, come emerge dai più recenti fatti cronaca, i genitori sostengono di non aver percepito alcun segnale dai rispettivi figli.
Grande attenzione bisogna dare, ad esempio, ai casi di tentato suicidio, anche quando appaiono compiuti come atto dimostrativo e non con una reale intenzione di uccidersi; questo perché chi mette in atto un comportamento del genere, è comunque una persona con un livello di depressione ben al di là del sentimento depressivo fisiologico dell’adolescenza.
Il suicidio è un evento drammatico, ancor di più se di un adolescente: difficile da capire, perdonare, elaborare. I genitori sono le vittime della decisione di uccidersi, e per molti anni la loro vita ne rimane segnata; gli amici più intimi e fidati dovranno lavorare a lungo su una perdita inspiegabile, su un rifiuto di condividerne i motivi.
E’ inevitabile che, prima o poi, durante il percorso della nostra vita, ci troviamo costretti a dover affrontare un dolore, dolore che può essere scatenato da eventi diversi come la morte di una persona cara, una separazione, un improvviso licenziamento lavorativo, o una forte delusione d’amore (come in questa ultima tragedia), ma questo dolore non dovrebbe mai e poi mai sfociare nel suicidio.